Castello di Montebello

Descrizione

Nell’entroterra riminese, arroccato su un colle a 436 metri d’altezza, il castello di Montebello domina il panorama circostante e si staglia silenzioso ed elegante sulla valle del Marecchia e dell’Uso. L’edificio racconta storie di sanguinose battaglie e di nobili famiglie, nonché andando a ritroso di antichi riti celtici, ma soprattutto è teatro tutt’oggi di una celebre leggenda: quella del fantasma di Azzurrina.

Location

Get directions

Cenni storici

La prima costruzione muraria risale al III secolo, in epoca romana, cui seguì l’insediamento altomedievale che ne ereditò il nome di Mons belli, il “monte della guerra”. Un primo documento notarile riguardante il castello risale però al 1186, anno nel quale venne venduto dalla famiglia Maltalone a quella dei Malatesta. Al confine col territorio dei Montefeltro, loro nemici storici, questi si occuparono di fortificare la rocca per proteggerla da eventuali attacchi. Nel 1393 ciò non bastò a impedire che il castello venisse espugnato dai Montefeltro. Una sua riconquista, portata avanti da Sigismondo Pandolfo Malatesta, si ebbe poi nel 1438. A seguito della decadenza militare dei Malatesta e della loro sconfitta di Pian della Marotta nel 1462, Montebello fu infeudata dai Guidi di Bagno nel 1464. La famiglia dei Guidi è ancora proprietaria del castello, adattato nel Cinquecento a dimora nobiliare con un’intera ala aggiunta e adibita alle abitazioni dei ricchi padroni. Dopo la Seconda guerra mondiale, che danneggiò gravemente la struttura dell’edificio, tra il 1968 e il 1973 è stato restaurato e ripristinato alla forma originaria. Nel 1989 è diventato poi un museo aperto ai visitatori.

Focus narrativi

Tommaso Molari, noto pittore, dedicò al castello di Montebello un testo titolato Memorie sul castello di Montebello di Romagna. Qui definì Montebello “Il luogo del mio romitaggio, dei miei sogni e delle mie visioni”, annotando qualche curiosità degna di nota a proposito di una caccia al tesoro costellata di fantasmi, spiriti, folletti ed entità non meglio precisate: “[…] La leggenda popolare vi intesse intorno il suo mondo di spiriti e di folletti, tanto che, nella notte per chi vi si attarda, sente salire dai trabocchetti rumori strani, tonfi e vagiti paurosi di anime chiedenti pace. Anche qui, per la ricerca del consueto introvabile tesoro, non vi fu angolo, muro parete, sotterraneo che non fosse tastato, smosso, forato. Fra le tante si narra di una comitiva che una notte, datasi convegno, fece degli scandagli nel trabocchetto. Dopo ore di lavoro avvertirono sotto il piccone un suono cupo; procedettero con cautela ed ecco scoprirsi un volto a foglia di mattone. Lì certamente deve esserci il ripostiglio; prima di aprire la breccia, si fa approssimare il prete, che era del novero, dovendo esso con scongiuri propiziare gli spiriti buoni e scacciare i maligni onde il tesoro non venisse involato ai cercatori; fatto questo, non senza una grande trepidazione in tutti, viene spezzato il volto e in cambio del tesoro vi appare sepolto un guerriero con una spada al fianco, che al contatto d’aria svanì quasi d’un tratto […]”.

***

La più celebre leggenda del castello ha come protagonista Guendalina, figlia di un feudatario di Montebello chiamato Uguccione o Ugolinuccio, che il 21 giugno del 1375 la bambina scomparve nei pressi della fortezza e non venne mai più trovata. La triste vicenda resta in vita tramandandosi oralmente per oltre tre secoli, arrivando fino a noi a raccontare la storia di Azzurrina. L’appellativo dato a Guendalina è forse frutto della leggenda: si dice che la piccola fosse albina, e che i genitori le tingessero i capelli per evitare che venisse presa in giro o discriminata – reagendo alle tinture, però, questi si sfumavano di riflessi azzurrognoli. Sempre per proteggerla, il padre decise di non far mai uscire Guendalina dal castello: le furono anzi assegnate due guardie che non la perdessero mai di vista. Si racconta che la scomparsa della sventurata avvenisse durante un temporale: la piccola si era messa a correre giù dalla scala che conduceva ai sotterranei per inseguire la palla che le era sfuggita di mano, al che i due armigeri, gettati al suo inseguimento, non furono più in grado di trovarla. Si dice che da allora il fantasma della bambina vaghi ancora per i sotterranei stringendo la palla tra le mani.

***

L’interesse di molti scrittori, giornalisti o turisti per la figura di Azzurrina non può che derivare dal sospetto che il fantasma della piccola ancora abiti le zone del castello: una miscellanea di racconti del XVII Secolo racconta di “un suono proveniente da quel sotterraneo cunicolo [che si fa] ancora sentire”, dando così via a una serie di ricerche e rilevazioni – dalle più fantasiose alle più accurate. Numerosi i parapsicologi che cercano, negli anni, di rilevare il misterioso suono del fantasma. Durante il solstizio d’estate del 1990 vengono effettuate le prime registrazioni, ripetute poi da altri tecnici nel 1995, nel 2000 e quindi nel 2005. Si dice che tra i tuoni e gli scricchiolii un suono si senta eccome: alcuni parlano di una voce, di un pianto o di una risata di bambina, altri ancora di parole distinte e ben udibili, i più scettici negano di sentire alcunché. Nel 2010 il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) conclude, a seguito di ulteriori registrazioni, che non sussista alcun suono misterioso durante il solstizio d’estate.

***

Le varie ristrutturazioni del castello hanno portato alla scoperta di alcuni elementi interessanti. Quella degli eredi della famiglia Giunti, in particolare, si è imbattuta in una stanza inaccessibile nei sotterranei. Che Azzurrina sia sparita proprio al suo interno, e che per qualche motivo la stanza fosse stata murata per nascondere un terribile segreto?

***

Durante alcune visite al castello si dice che alcuni turisti abbiano spesso sentito misteriosi rumori di passi, oppure che siano stati colti da improvvisi svenimenti o crisi d’ansia.

***

Oggetto interessante custodito dagli eredi Giunti nel castello è una panca rosso sangue su cui è raffigurata una donna incinta. Essa fu introdotta nel castello come dono portato dalle crociate in tempi remoti. Si dice che originariamente la panca servisse come macabro strumento per il controllo demografico: quando il numero di abitanti raggiungeva un limite invalicabile, le donne in stato di gravidanza venivano legate mani e gambe alla panca, in modo che il parto venisse reso impossibile e condannasse loro e il feto a morte certa. Un custode una notte affermò di aver scorto una donna in piedi sul soffitto, coi capelli che arrivavano fino a terra, camminare verso di lui. La prova di questo avvistamento consisterebbe in una serie di impronte lasciate appunto dal fantasma sul soffitto, che soltanto in tempi recenti hanno iniziato a scolorirsi. Non è chiaro se questi racconti siano frutto del tentativo degli eredi Giunti di richiamare sempre più turisti al loro castello: di fatto, una visita al castello oggi implica anche un’ampia digressione dedicata al sotterraneo, con tanto di proposizione dell’ascolto delle registrazione dei suoni del fantasma.

***

Nel 2012 Giacomo Franciosa ha dato avvio alle riprese di un film basato sulla storia di Azzurrina, un falso documentario horror ambientato proprio nel castello di Montebello. Durante le riprese si dice che tutto il cast riscontrasse numerosi eventi strani e misteriosi: “Azzurrina è già fra tutti noi” ha dichiarato il regista in conferenza stampa.

***

Il gruppo symphonic metal Evenoire ha dedicato ad Azzurrina una canzone. Tra i versi più significativi del testo: “Povera ragazza dannata / temevano i suoi capelli bianchi come la neve / “è una strega!” gridavano / […] nelle notti di mezza estate ti sento gridare / Non posso credere che tu sia scomparsa / […] nelle notti di mezza estate ti sento respirare.” (testo originale in inglese, traduzione del redattore).

***

Si dice che in tempi remoti la zona di Montebello fosse sede del culto di una popolazione celtica, ma anche questa è una voce che si tramanda senza specifiche documentazioni.

Spunti videoludici

Inutile ribadire l’efficacia della figura di Azzurrina, tanto iconograficamente definita quanto ridondante a livello di immaginario: basti pensare all’analogo di Ariandel, iconica pittrice che è figura centrale della narrazione del recente Dark Souls 3. Bambine misteriose, fragili, recluse e condannate da una diversità ineffabile, sostanziata in un aspetto inconvenzionale (entrambe contraddistinte dalla capigliatura albina). Il richiamo con ancestrali culti celtici e lo scenario conteso e dibattuto, in ultima istanza bellico, non possono che mettere ancora più in risalto il fascino evocativo di Azzurrina, svanita nel nulla e quasi richiamata da una forza superiore, infine forse ancora presente nei pressi del castello nel quale ha vissuto rinchiusa. Il racconto potrebbe poi snodarsi per un’infinità di rimandi iconografici che non possono che venire alla mente leggendo di Azzurrina e del modo in cui è scomparsa: su tutti, forse la bambina con la palla di Operazione Paura, cult di Mario Bava del ’66.
Un videogioco potrebbe attenersi alla realtà, magari indagare in un’atmosfera inquietante e sospesa, oppure ancora cedere deliberatamente al poetico: allora non si può che immaginare un titolo d’avventura che abbia come protagonista la stessa Azzurrina, sprofondata in un mondo fatato. Anche le due figure delle guardie armate cui era affidata la piccola possono fare da spunto: come non immaginare allora un racconto decentrato che veda proprio uno dei due armigeri nel ruolo di protagonista, magari in un’investigazione sulle tracce della sventurata.
Ultima prospettiva quella dell’horror ambientato nel presente, che veda al centro protagonisti come il custode della panca rosso sangue oppure i membri della troupe del film girato all’interno del castello nel 2012.

[Bibliografia]

– Paola Amadesi, La leggenda di Azzurrina e del castello di Montebello di Rimini, Ravenna, Edizioni Moderna, 2013.
– Leo Farinelli, Azzurrina di Montebello, Milano, A.CAR, 2012.
– Francesca Guidoni, “Il nostro castello dei fantasmi”, La Voce di Romagna, 25 maggio 2009.

[Sitografia]

Castello di Montebello
Rimini-IT.it

Contact Listing Owner