Descrizione
Non lontano da Parma, il castello si innalza sul monte Lugolo insieme alla guardiola, dominando un paesaggio naturale ancora poco antropizzato. Oltre alle numerose vicende belliche medievali, tappe importanti della storia del nostro Paese, nel maniero hanno soggiornato illustri personaggi della letteratura e della scienza italiane.
Cenni storici
La prima testimonianza scritta riguardo l’esistenza di un castello a Guardasone risale al 1165 e fa luce sulla proprietà della famiglia dei Baratti, dei conti di Canossa; tuttavia il luogo in cui sorgeva la struttura era già stato abitato sin dall’età del bronzo, poi dagli Etruschi e successivamente dai Romani.
Nel 1248 il castello fu occupato dall’esercito imperiale di Federico II di Svevia, al capo del quale vi era suo figlio Enzo. L’avvenimento si colloca nel quadro storico generale delle aspre lotte tra guelfi e ghibellini nel territorio emiliano: nel suddetto caso, ci troviamo durante la battaglia di Parma, in cui i sostenitori del Papato sconfiggono gli imperiali, costretti alla ritirata.
Si succedono anni in cui il castello passa alle dipendenze delle due fazioni, che fanno a gara per accaparrarsi l’edificio e i benefici militari derivanti dalla sua posizione strategica.
Degne di nota sono le opere di fortificazione volute nel 1341 da Azzo da Correggio (amico di Francesco Petrarca) e la costruzione della guardiola del castello. La famiglia manterrà per mezzo secolo il possesso dell’edificio, ma nel 1402 le terre circostanti e il castello stesso saranno incamerati da Gian Galeazzo Sforza duca di Milano, che le girerà alla famiglia Terzi. Questa manterrà il possesso del maniero con non poche difficoltà, affrontando diversi tentativi di assedio e di sottrazione da parte di componenti della famiglia appartenenti agli stessi Sforza.
Il castello subisce ingenti danni durante la guerra di Parma nel 1551, nella quale si fronteggiarono gli Este e i Farnese (sostenuti dal re di Francia); questi ultimi distrussero gran parte della struttura a colpi di bombarda, determinando il successivo inevitabile declino di Guardasone.
Agli inizi dell’800 il castello fu acquistato dai Medici che successivamente ne affidarono la gestione all’entomologo Camillo Rondani. La sua famiglia, ad oggi, detiene la proprietà della struttura.
Focus narrativi
Enzo di Sardegna, figlio di Federico II di Svevia, occupò il castello per giorni. L’avvenimento si colloca all’interno della battaglia di Parma: uscendone sconfitto, l’imperatore Federico II fu costretto a ridimensionare le proprie ambizioni sulla penisola italiana. Il figlio Enzo fu costretto ad abbandonare questa importante posizione strategica di presidio sul torrente Enza a causa delle truppe guelfe di Rolando Rossi, che riconquistarono il castello. Le sconfitte in terra parmense, tra cui quella di Guardasone, segnarono il destino di Enzo, un climax discendente verso la prigionia a vita a Bologna, in quel palazzo che oggi è a lui intitolato e sede del Comune (Palazzo Re Enzo).
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Al castello di Guardasone soggiornò il celebre scrittore Francesco Petrarca nel 1341. Rientrando in Italia da Avignone per ricevere in Campidoglio l’incoronazione poetica, si fermò per un’estate in terra emiliana, incoraggiato dall’amico Azzo da Correggio. A Guardasone e nel boschetto vicino godette della tranquillità del luogo e della pace della Val d’Enza, utile per la sua attività di scrittore. Ultimò lì l’Africa, opera che aveva temporaneamente interrotto in attesa di maggiore quiete. Scrisse nell’Epistola ai Posteri: “un giorno entrai in una selva che Piana è detta e quivi volsi la mente e la penna alla mia opera interrotta – Africa – scrissi in quel dì con tanto calore che in brevissimo tempo condussi a termine l’opera di cui io medesimo ora mi meraviglio”. E ancora, a proposito della Guardiola del castello: “Mi innalzo alle stelle; l’amico visitandomi goda, il nemico tremi e impari a sottomettere il collo al giogo e venire a patti”.
Petrarca inoltre, proprio in questi luoghi, elabora la prima stesura di uno dei più emozionanti testi del Canzoniere (il nr. 129), Di pensier in pensier, di monte in monte, passeggiando nei boschi intorno al castello.
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Alla sorte del castello è legata quella della famiglia de’ Terzi e, in particolare, la figura di Ottobuono de’ Terzi. Egli fu un condottiero, ricordato da Ludovico Ariosto come “il terzo Oto/e di Reggio e di Parma aspro tiranno” (Orlando Furioso, III, 43). A ben vedere, la orribile sorte toccata al corpo di Ottobuono sembra dar ragione alle parole di Ariosto, come riporta una cronaca dell’epoca: “ I villani modenesi accesi d’implacabil odio per li danni ricevuti in quella guerra trassero le viscere dell’occiso Ottobono, e con famelica rabbia ne mangiarono il cuore fritto in una padella. Squartato e tagliuzzato il cadavere, altri, secondo è fama, ne divorarono disumanamente le carni. Il capo fitto in una lancia lo portarono i Rossi a maniera di trionfo a Felina castello di loro giurisdizione” (Panciroli, Storia della città di Reggio).
In vita riuscì ad ottenere uno spregiudicato quanto crudele successo nel possesso delle Signorie di Parma, Reggio e Piacenza. Fu ucciso in un’imboscata ad opera della famiglia Este nel 1409.
Come ogni castello che si rispetti, anche quello di Guardasone è abitato da un fantasma. Si dice infatti che sia proprio quello di Ottobuono de’ Terzi, costretto a vagare senza pace tra le stanze per scontare una strage da lui ordinata contro gli uomini del borgo di Guardasone. Secondo questa leggenda, sarebbe stato ucciso non dagli Este a Rubiera, ma dalle donne del villaggio per vendicare le morti dei loro mariti.
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L’entomologo Camillo Rondani abitò nel castello durante la sua vita, acquistandolo e creandovi il proprio studio. Nel suo ambito riscosse molto successo, grazie alla tassonomia dei Ditteri e ai numerosi studi su insetti parassiti. Fu autore di numerose pubblicazioni scientifiche (160). In vita partecipò attivamente ai movimenti liberali del Risorgimento, nel 1848 e nel 1859.
Spunti videoludici
Oltre alle possibilità di sviluppo per uno strategico in tempo reale (in stile Age of Empires) il castello si presta bene come ambientazione delle vicende biografiche di alcuni dei suoi illustri abitanti. Sarebbe possibile indagare i testi del Petrarca o gli studi di entomologia del prof. Rondani durante i loro soggiorni al castello per degli educational game con finalità didattiche, senza sottovalutare l’importanza del materiale a nostra disposizione per una visual novel. Ci sembrano inoltre ricchi d’interesse anche gli spunti horror fornitici dal fantasma di Ottobuono de’ Terzi, figura descritta dalle cronache come spietata e sanguinaria.
Fonti e link
[Bibliografia]
– F. Petrarca, Epistola ai Posteri, Roma, Salerno Editrice, 1990 (prima edizione 1863, Le Monnier)
– L. Ariosto, Orlando Furioso, Milano, Mondadori, 1990
– G. Panciroli, Storia della città di Reggio, Reggio Emilia, Barberi e Soci, 1846
– G. Dossena, Storia confidenziale della letteratura italiana, Milano, Rizzoli, 1989
[Sitografia]
Pierpaolo Medogni.it
Parrocchia di Traversetolo.it