Castello di Fénis

Descrizione

Tra la Val Clavalité, la Valle di Champorcher e la Valle di Cogne, nel piccolo borgo di Fénis, sorge il Castello di Fénis, di origine medievale. Il castello ha una pianta pentagonale e a ogni angolo vi sono torrette circolari, tranne l’angolo a sud-ovest con una torre massiccia e quella a sud dalla pianta quadrata. La fortezza è racchiusa da una doppia cinta di mura merlate con torrette di guardia collegate tramite un percorso di ronda. Per accedere al castello si attraversa la torre quadrata, che aveva un cancello in ferro per sbarrare l’ingresso in caso di pericolo. Al pianoterra del maniero troviamo le sale d’armi, il refettorio per i soldati e i servitori, la dispensa e la cucina, caratterizzata da un grosso camino. Al primo piano vi è la cappella con la camera di rappresentanza, la cucina nobile, le camere da letto, la sala da pranzo e la sala di giustizia. Nel cortile interno è possibile osservare gli affreschi, uno dei quali raffigura San Giorgio che uccide il drago.

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Cenni storici

Ciò che più distingue il Castello di Fénis dagli altri è l’ubicazione: il castello non è situato sopra un’altura, ma su un lieve poggio, privo di difese naturali. Questo sottolinea il suo scopo, ovvero quello di essere una prestigiosa sede amministrativa, appartenente alla famiglia Challant-Fénis. L’architettura del castello, nei secoli, subì delle modifiche e degli ampliamenti: le mura merlate e le torri vennero aggiunte da Aimone di Challant verso metà del XIV secolo, mentre il torrione venne fatto costruire un secolo prima dal visconte Gotofredo II. Il castello appartenne ai signori di Challant, del ramo di Fénis, fino al 1716 anno in cui fu ceduto al conte Baldassarre Castellar di Saluzzo Paesana. Quando il maniero venne abbandonato divenne un’abitazione rurale: le sale del piano terra furono adibite a stalle, mentre il primo piano divenne un fienile. Solo nel 1815, grazie ad Alfredo d’Andrade che acquistò il castello, venne restaurato e donato allo Stato.

Focus narrativi

Il Castello di Fénis è caratterizzato dalla presenza di affreschi spettacolari, tra cui quelli collocati nella cappella privata al primo piano. Sono affreschi quattrocenteschi in stile gotico dalla scuola di Jaquerio. Sul fondo della parete vi è il dipinto della Madonna della Misericordi circondata dai fedeli in adorazione. I fedeli si dividono in laici e religiosi e si possono distinguere le figure del Papa, dell’Imperatore e di alcuni membri della famiglia Challand. Sul lato opposto è rappresentata la scena della crocifissione di Cristo. Ai lati della stanza vi troviamo i santi e gli apostoli. Tra di loro vi è una figura misteriosa, una donna con una croce sul collo e un’aureola che sta per essere inghiottita da una creatura mostruosa.

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Affacciandosi sulla balconata in legno si possono ammirare gli affreschi presenti anche nel cortile interno del maniero. Scendendo la scalinata semicircolare si raggiunge il centro del cortile e ci si trova d‘innanzi al dipinto di San Giorgio che uccide il drago, simbolo della lotta tra bene e male. Sopra di esso vi è una serie di saggi e profeti a figure intere che ricoprono tutto il perimetro. Ognuno di loro regge in mano una pergamena, sulla quale vi sono scritte massime o proverbi in francese antico. Dalla parte opposta del cortile si trova la scena di Annunciazione di San Cristoforo, posto verso l’uscita; ciò è dovuto alla fama del santo di essere protettore dei viandanti.

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Sempre nel cortile interno vi è un punto in cui sembrano unirsi allegorie e influssi magici: lo stemma dei Savoia e lo scudo degli Challant a destra del cortile, a sinistra una stella a otto punte contenuta in un cerchio. Questo, per gli storici, rappresenta i cosìddetti “nastri dell’eternità”, poiché è possibile percorre tutto il disegno e tornare al punto di partenza senza interruzioni. Un percorso infinito segnato dalle credenze magiche del Medioevo. Anche sulla cima delle torri è possibile scorgere, tra la pietra, alcune maschere che hanno lo scopo di proteggere il castello dal maligno. Sono ben mimetizzate, tanto che le guide del castello le lasciano scoprire come gioco finale ai visitatori.

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Come ogni castello che si rispetti anche quello di Fénis è abitato da un fantasma. La leggenda ricorda i racconti shakespeariani per la sete di potere e l’amore, quasi mortale, di una madre. La storia narra di una donna, data in sposa alle seconde nozze di uno dei padroni del castello, che uccise il figliastro per assicurare al proprio figlio l’eredità di famiglia. Una volta trucidato il bambino, decise di nascondere il suo corpo nelle cavità del castello, così da far credere che fosse scappato. Lo spettro del ragazzetto continua ad aggirarsi tra le stanze del castello, sia di giorno che di notte, spostando oggetti e suppellettili, soprattutto nelle cucine.

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Il maniero venne invaso dall’ondata medievalista promossa dal ministro dell’Educazione Nazionale Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon. Dal 1936 il castello fu oggetto di interventi di restauro integrativo per accentuare la fisionomia medievale della dimora. De Vecchi aveva concepito una nuova funzione per il castello: voleva farne il Museo del mobile valdostano. Gironzolando per le stanze del castello si possono vedere numerosi arredi e mobili lignei esposti, per ridare così vita al maniero. Alcuni di questi mobili non sono valdostani e originali del castello, ma ricreano quell’aura tipica degli antichi manieri infestati e ricchi di magia.

Spunti videoludici

Maniero medievale, ricco di allegorie ed elementi magici; un giovane fantasma che si diverte a muovere oggetti durante le visite, spaventando i turisti; meravigliosi affreschi che rendono ancora più incantata la dimora. Castel Fénis sorprende per i misteri che aleggiano tra le sue mura merlate. Vi si potrebbe ambientare un educativo basato sui segreti del castello. Un personaggio della corte Challant accoglie il giocatore e lo inizia agli enigmi che si possono scovare in ogni angolo del maniero, così da rendere la visita virtuale del castello più coinvolgente, adatta sia ad adulti che bambini; magari intervallata ogni tanto dagli scherzi dello spirito del bambino che vi abita.

[Bibliografia]

– Andrea Zanotto, Valle d’Aosta: i castelli & il castello di Fenis, Senin, Musumeci, 1993

[Sitografia]

Sito ufficiale turismo in Valle d’Aosta
Guida della Valle d’Aosta

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