Castello di Conversano - Foto di Revolver77, licenza CC-BY-2.0, da Wikimedia Commons

Castello di Conversano

Descrizione

Il castello di Conversano ha origini normanne e si sviluppa sotto il dominio aragonese. La sua storia è legata soprattutto alle leggende che riguardano il conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona detto “Guercio delle Puglie” per via di un difetto visivo.

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Cenni storici

Il Castello venne costruito in epoca normanna per volere degli Altavilla, intorno al 1054, sui resti di antiche mura del VI-IV secolo a.C. Lo scopo dell’edificazione era prettamente difensivo, rivolto a rafforzare la presenza sul territorio italiano.

Dell’antica struttura normanna ad oggi rimane soltanto la torre Maestra, poiché tutto il castello divenne successivamente dimora dei Conti Acquaviva e rimaneggiato più volte per mutarne la funzione da fortezza a alloggio nobiliare. La pianta del castello è trapezoidale, ogni angolo è rivolto verso un punto cardinale e ognuno di essi presenta una torre diversa.

Il territorio di Conversano fu sotto il controllo della famiglia degli Acquaviva d’Aragona a partire dal XV secolo, una delle sette grandi casate del Regno di Napoli. Le logge al piano nobile e le decorazioni testimoniano il cambio di funzione dell’edificio.

Tra i membri della famiglia degli Acquaviva si distingue Giangirolamo II (1600-1665), conosciuto anche come il “Guercio delle Puglie”. A lui sono legate diverse leggende a Conversano: uomo molto devoto nonché mecenate, venne spesso temuto e dipinto come vendicativo e malvagio. Alcuni fatti legati alla sua biografia indicano la sua risolutezza da comandante, come ad esempio quando sedò una rivolta a Nardò contro il governo spagnolo nel 1647, facendo processare e arrestare i capi ribelli e decapitando senza remore persino quattro abati e un arciprete. Al castello di Conversano è legato da alcuni fatti senza fonte storica che narrano le sue stravaganze e i suoi presunti vizi. La dinastia degli Acquaviva rimarrà fino agli inizi dell’800 in possesso del castello.

Focus narrativi

Esistono diversi aneddoti legati al “Guercio delle Puglie”, soprattutto dovuti ai suoi nemici che volevano diffamarlo mettendo maldicenze in giro. Sembra che il conte avesse un passatempo particolare: dal suo balcone era solito sparare con lo schioppo alle brocche d’acqua delle signore del paese; purtroppo per le donne, la mira non era sempre del tutto infallibile. Un’altra leggenda vuole che il conte esercitasse lo ius primae noctis, il diritto del feudatario secondo cui spetta a lui trascorrere la prima notte di nozze con le mogli dei proprio vassalli: è grazie a questa leggenda che i conversanesi sono tuttora chiamati scherzosamente “figli del conte”. È nella prima stanza della torre cilindrica del castello che è ubicato un pozzo dove, secondo la leggenda, il Guercio gettava le donne che rifiutavano lo ius primae noctis.

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Antonella Lattanzi riporta in un suo libro un curioso aneddoto raccontatole da una vecchia signora. Due contadini che si erano innamorati mentre lavoravano nei campi decisero di sposarsi. Al conte piacque molto la ragazza e decise di esercitare lo ius primae noctis, senza che i due potessero opporsi. Una volta nel castello del conte, la fanciulla però rifiutò qualsiasi intimità con lui e si gettò dalla torre del castello per evitare di essere presa. Il contadino, addolorato per la perdita, cercò vendetta contro il conte, ma venne tristemente ucciso dagli sgherri di quest’ultimo che lo anticiparono nelle intenzioni.

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Come ogni leggenda legata ai castelli, esistono diversi cunicoli e passaggi segreti. Si racconta che uno di questi congiungesse le stanze del conte direttamente con la chiesa di Santa Maria dell’Isola, lontana quasi 3 chilometri.

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Esiste anche un episodio a metà tra finzione e realtà storica, che vede il conte a soli 17 anni difendere Manfredonia dai turchi con soli 300 cavalieri al seguito.

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Il Guercio delle Puglie fu anche il fondatore del paesino di Alberobello, un dato storicamente accertato dal fatto che la costruzione delle caratteristiche strutture dei trulli gli costò il carcere. Secondo un editto del Regno di Napoli infatti, la fondazione di nuove città era vietata. Il Guercio aveva escogitato un modo per eludere tale norma, grazie alla costruzione dei trulli tramite una tecnica a secco, in modo tale che se ne potessero abbattere i tetti ogni qual volta si avvicinava l’ispezione regia per poi ricostruirli senza difficoltà con la stessa tecnica.

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Non molto distante dal castello, Via delle Forche ricorda la vendetta del conte su ventiquattro canonici rei di essersi ribellati durante l’assedio di Nardò: il Guercio li fece impiccare proprio su questa via e successivamente li fece scuoiare. Leggenda vuole che le loro pelli abbiano ornato le sedie della sala più grande del castello per diverso tempo.

Spunti videoludici

Il microcosmo del castello di Conversano e le numerose storie legate al Guercio si prestano per diversi generi videoludici. Anzitutto una visual novel che possa raccontare le varie storie concentrandosi sugli aspetti storici e su quelli finzionali. In secondo luogo, anche un’avventura grafica si presterebbe alla narrazione attraverso le stanze del castello e i suoi dintorni. Di notevole impatto potrebbe risultare un platform: per la loro bizzarria e il loro grado di ilarità che possono suscitare, le leggende sul Guercio si prestano molto bene a un’interpretazione ironica del personaggio e del suo contesto.

[Bibliografia]
A. Lattanzi, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Puglia, Newton Compton, Roma, 2007
Associazione Culturale Gecos, Conversano tra arte, storie e leggende, 2014

[Sitografia]
Comune di Conversano
BariInedita.it
Castello Marchione

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