Castello di Monopoli

Castello Carlo V di Monopoli

Descrizione

La struttura fu voluta direttamente da Carlo V e rientra nelle fortificazioni del Vicereame di Napoli a uso difensivo delle coste pugliesi contro gli Ottomani che, nel 1480, erano arrivati sino a Otranto, gettando preoccupazione su tutto il suolo italiano. Il luogo è ricco di storia, di rivolte soppresse nel sangue e di leggende legate ad attività paranormale.

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Cenni storici

Situato sul promontorio di Punta Pinna, i lavori furono terminati nel 1552. Il castello ingloba nel suo complesso una porta romana del I secolo a.C. e la chiesa di San Nicola della Pinna. Recenti scavi archeologici hanno rivelato che il castello fu edificato su mura messapiche datate V secolo a.C. Rimane ben conservato l’armamentario difensivo, dotato di diverse cannoniere definite “a pelo d’acqua” e di una “traditora”, utile a spazzare via chi tentasse di scalare le mura del castello.

Nel 1647 la struttura rientra tra i luoghi dei moti popolari di Masaniello scoppiati a Napoli e propagatisi nel Vicereame fino in Puglia: anche a Monopoli infatti la gente sollevò diverse proteste contro le esose tasse sulla farina. Le truppe spagnole però riuscirono a sedare la rivolta e i capi di questa vennero processati nella “sala del malgoverno” del castello e torturati e giustiziati nella “segreta degli afforcati” tra innumerevoli supplizi (tra cui quello della ruota, ricordato da Alessandro Manzoni nella Storia della colonna infame). Entrambi i luoghi sono oggi visitabili.

Come molti castelli di questo periodo, a partire dal 1600 era stato avviato un ridimensionamento da forte difensivo a residenza della nobiltà, con diverse modifiche strutturali. Dalla metà dell’800 al 1969 divenne inoltre carcere mandamentale.

Focus narrativi

La leggenda più famosa legata al castello narra del fantasma della donna col tamburo. Soprattutto tra i pescatori si è diffusa negli anni questa storia in cui affermano di udire il suono di un tamburo dal balconcino dell’edificio che si affaccia sul mare; un suono che in realtà è causato dal rumore delle onde che si infrangono nella parte sottostante al castello. Il fantasma sarebbe una donna (“a fèmn e tàmborr”) che, vestita di bianco, si palesa dall’edificio o si aggira sul Molo Margherita. In quest’ultimo caso il fantasma si preoccuperebbe di preservare la castità delle donne monopolitane, da ricollegarsi al fatto che spesso il Molo era frequentato dalle coppiette in cerca di intimità. La storia, nata intorno al focolare e legata a una tradizione orale, sarebbe nata durante la dominazione spagnola, quando una donna del castello attese invano il marito partito per mare e mai più tornato, poiché vittima di un naufragio (in effetti se ne verificarono numerosi in quei secoli nei pressi del porto di Monopoli, particolarmente ostico in condizioni meteo non favorevoli). Il rumore del tamburo della donna indicherebbe la via di ritorno al marito perduto in mare. D’altra parte, diverse troupe che studiano fenomeni paranormali hanno spesso confermato l’esistenza di campi elettromagnetici fuori dal comune.

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Esiste una curiosa analogia con un episodio narrato nei Promessi Sposi nella Istoria di Monopoli del Primicerio Giuseppe Indelli, avvenuto durante la rivolta antispagnola. Manzoni racconta del salvataggio del “vicario di provvisione” condotto dal Gran Cancelliere Ferrer, il quale finge di arrestarlo per sottrarlo alla folla infuriata. Lo stesso episodio viene raccontato da Indelli come storicamente avvenuto, con protagonisti un vescovo e un esattore delle tasse. Rimane curioso anche il fatto che Manzoni, per la stesura del romanzo, si ispiri a una “Historia” del ‘600 non meglio specificata.

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Nel castello è stata recentemente scoperta la “fossa dei dannati”, luogo in cui venivano gettati i corpi dei condannati a morte. Tra antispagnoli e oppositori del regime napoleonico non dovevano essere certamente pochi.

Spunti videoludici

Il castello è ben conservato grazie ai recenti lavori di restauro. La struttura costituisce un dungeon perfetto per ambientazione di una o più parti di un’esperienza videoludica. Dall’avventura grafica con enigmi alla visual novel è facilmente utilizzabile la leggenda del fantasma della donna col tamburo, concentrandosi sugli aspetti storici. Ad ogni modo, il genere forse più indicato per la storia sulla donna è l’horror, dato il denso bagaglio culturale e storico del posto e dei suoi dintorni.
Infine la posizione e il paesaggio particolarmente gradevole alla vista costituiscono un ottimo spunto anche come punto di interesse per una mappa di gioco strategico.

[Bibliografia]
Fanizzi Michele (a cura di), Historia di Monopoli del primicerio G. Indelli. Nuova edizione con note di D. Cosimo Tartarelli, Schena Fasano, 2000, Fasano.

[Sitografia]
Blog di Mario Rizzo

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