Descrizione
La Casa Museo degli Oddi Marini Clarelli è il punto di osservazione migliore per comprendere la storia di Perugia. I degli Oddi e i Baglioni hanno segnato in maniera indelebile con le loro lotte per la supremazia cittadina i libri di storia. L’edificazione del Palazzo è connessa con la costruzione della Rocca Paolina. La vicina Torre degli Sciri un tempo apparteneva alla famiglia dei degli Oddi e i membri della famiglia sono legati a importanti committenze, la più importante costituita dalla Pala degli Oddi di Raffaello, oggi ai Musei Vaticani.
Cenni storici
Il Palazzo degli Oddi, poi Marini Clarelli, oggi Casa Museo, sorge nel cuore della città al civico 84 di Via dei Priori, sul lato della piazza che fino alla fine dell’Ottocento era chiamata appunto Piazza degli Oddi. L’edificio sorge nel rione di Porta Santa Susanna, sulla zona dove sorgevano già in epoca medievale le abitazioni della famiglia, in una delle cinque strade regali che all’epoca si irradiavano da Piazza Grande.
Il palazzo fu costruito a metà del Cinquecento dopo che Guido degli Oddi ebbe acquistato nel 1444 una ulteriore domus, con una torre e un orto che ne permise l’edificazione. Di questa prima fase resta a testimonianza soltanto il salone di piano terra, con soffitto a travi, elegantemente dipinto all’inizio del Seicento. La grande sala cinquecentesca, le antiche strutture del precedente edificio tardorinascimentale e i resti delle abitazioni medievali vennero poi unificate nel tardo Settecento con l’ampliamento del palazzo e la realizzazione della facciata principale, terminata nel 1768.
La Casa Museo degli Oddi Marini Clarelli si trova nel pieno centro storico della città di Perugia, in Via dei Priori 84, a pochi passi dalla Torre degli Sciri e da Piazza San Francesco al Prato. Gli ambienti del Palazzo sono perfettamente arredati con i mobili e le suppellettili originari e consentono di ripercorrere e comprendere il ruolo della famiglia nella storia della città.
Focus narrativi
Lotte tra Baglioni e degli Oddi. Il palazzo viene edificato a partire dal 1540 quando papa Paolo III Farnese inizia la costruzione della Rocca Paolina distruggendo le case dei Baglioni (i degli Oddi erano stati infatti alleati del papa nella guerra del sale).
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Bartolomeo di Angeluccio di Giacomo, detto “Il Miccia” per le sue doti militari. Capitano di ventura al servizio di Firenze e di Milano, fu Priore dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Avendo appoggiato nella congiura dei nobili Gregorio XI nell’intento di riconsegnare Perugia al Papa dopo la cacciata dell’Abate di Monmaggiore, venne esiliato insieme a molti membri della sua famiglia e confinato prima a Bari, in seguito a Castiglione Aretino e infine a Imola. Nel 1385 venne nominato dal Comune di Perugia supremo Capitano delle milizie nella guerra contro Cortona e per essere riuscito vittorioso e aver sottomesso Cortona alla città di Perugia ottenne l’investitura di Laviano. Nel 1390 combatté valorosamente al fianco di Braccio Fortebracci contro i raspanti capeggiati da Michelotto Michelotti e ottenuta la vittoria poté, insieme agli altri nobili fuoriusciti, rientrare a Perugia. Confinato ancora dopo la presa del potere da parte di Biordo Michelotti nel 1393, l’anno seguente essendo liberato “ab omni observatione confinium pleno jure” poté far ritorno in città. Esiliato nuovamente, soltanto dopo la famosa battaglia di Sant’Egidio, combattuta ancora una volta al fianco di Braccio Fortebracci, nel 1426 poté rientrare definitivamente a Perugia.
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Nel palazzo è stato ospitato Francesco I imperatore d’Austria quando nel 1819 si fermò a Perugia per ventiquattro giorni insieme alla moglie Carolina Carlotta Augusta e alla figlia Carolina. L’imperatore si era recato a Roma per rendere omaggio a Pio VII e durante il viaggio di ritorno era stato costretto a fermarsi con tutta la sua corte a Perugia a causa di un’improvvisa malattia della figlia. Il suo arrivo fu accolto da una città festosa: tutte le finestre di casi e palazzi “erano addobbate da serici tappeti” mentre la milizia cittadina lo salutava “sulle armi”. Durante il suo soggiorno visitò i monumenti cittadini e fu ospite di tutte le nobili famiglie di Perugia: Francesco Maria degli Oddi gli dedicò un sonetto e fece dipingere sulle logge del palazzo accanto a grottesche lo stemma imperiale e cavalli rampanti che recano sulle bandiere e sulle gualdrappe il monogramma “F. II” a ricordo del fatto che Francesco I era stato fino al 1806 imperatore del Sacro romano impero con il nome di Francesco II. O forse a ricordo di un antico legame tra le due famiglie, sottolineato da quanto lui stesso scrive nella lettera che accompagna l’invio del sonetto all’imperatore, dove ricorda “che nel mille trecento cinquant’otto per mezzo di Longaro degli Oddi Generale in allora dell’Imperatore Federico Secondo si portò con le sue armate in Perugia dall’Ungheria”.
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La famiglia è stata sempre fedele al Papa anche quando nel 1859 avvengono le stragi del XX giugno quando i perugini si ribellano al governo pontificio.
Spunti videoludici
Una casa museo che racchiude in sé secoli di storia. Una sorta di hub da cui partire e a cui ritornare, una soglia attraverso cui accedere a eventi intimi e pubblici, rivivere intrighi tra famiglie e rivalità cittadine. La Casa Museo degli Oddi Marini Clarelli racconta il modo di vivere di una famiglia nobile dello stato pontificio. Gli arredi e le suppellettili originali (potenziali asset) e i documenti d’archivio della famiglia permettono un vero e proprio viaggio nel tempo alla scoperta di come si viveva e di cosa si faceva in epoche lontane. L’intreccio tra la vita familiare e i grandi eventi che dal Cinquecento ai giorni nostri hanno interessato la città di Perugia offre numerosi spunti narrativi: ospiti illustri (Francesco I), misteriosi sonetti, le lotte tra i Baglioni e i degli Oddi, gli esili. Materiale per un avvincente racconto epico. E poi c’è quella meravigliosa Pala degli Oddi, che da Perugia conduce fino ai Musei Vaticani.
Fonti e link
[Sitografia]
Fondazione Marini Clarelli Santi
[Scheda Umbria Cultura]
Casa Museo Oddi