Casa di Lucio Dalla

Descrizione

Casa-museo curata dalla Fondazione Lucio Dalla, l’abitazione di via D’Azeglio 15, a Bologna, ospita un percorso che consente di conoscere la vita dell’artista a tutto tondo. Tra stanze che ne rievocano carriera ed esperienze, la casa conserva numerosi oggetti appartenuti a Lucio Dalla, nonché fotografie, cimeli e materiali d’archivio indispensabili per una ricostruzione fedele della vita di una delle personalità più importanti del panorama artistico italiano degli ultimi anni.

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Cenni storici

La Fondazione Lucio Dalla nasce due anni dopo la morte del cantante, cioè nel 2014, venendo ufficializzata il 4 marzo dello stesso anno. Ha sede nella stessa abitazione in via d’Azeglio e si occupa di valorizzare il patrimonio culturale dell’artista.

Focus narrativi

Scrive di sé la Fondazione Lucio Dalla: “Martedì 4 marzo 2014 è stata costituita a Bologna la Fondazione Lucio Dalla. I cugini di Lucio hanno atteso il giorno dell’anniversario del suo compleanno per dare vita alla Fondazione a lui dedicata. La Fondazione Lucio Dalla nasce per dare continuità e preservare la genialità dell’opera artistico-musicale di Lucio Dalla, e per diffondere e valorizzare la sua storia artistica, umana e culturale. La Fondazione infatti, è il motore di una narrazione a 360 gradi di Lucio Dalla, uno strumento teso a ricordare e valorizzare le sue qualità di compositore, musicista, cantante, il suo amore per l’arte e la bellezza. L’intento è di valorizzare maggiormente il ricordo della sua grande capacità di comunicare con tutto sé stesso e della sua naturale attenzione e curiosità per gli esseri umani che lo circondavano, oltre a sottolineare le loro profonde mutazioni nel continuo passaggio tra presente e futuro. L’ambizione della Fondazione è anche di colmare il vuoto culturale che si è creato con la sua prematura scomparsa, dando ‘nuova linfa’ a tutte quelle attività che hanno rappresentato la sua vera ragione di vita: la ricerca in molteplici campi, oltre naturalmente quello musicale, come il teatro, l’arte, la pittura, la letteratura, la poesia, la fotografia e nella regia cinematografica, con cui si stava misurando personalmente. Riannodare quindi il legame tra la sua genialità e la creatività di nuovi artisti in varie discipline. Tante le idee e le iniziative in cantiere, tra cui l’apertura al pubblico della Casa di Lucio Dalla, l’istituzione di borse di studio, la realizzazione di pubblicazioni editoriali, la realizzazione di eventi, il sostegno o il patrocinio di iniziative ed eventi celebrati in suo nome”. Come si può leggere, dalla memoria di una personalità eclettica come quella di Dalla nascono non solo una serie di percorsi mirati alla scoperta e preservazione della sua opera e della sua vita, ma anche e soprattutto svariate iniziative atte a promuovere la nascita di nuove traiettorie, nuove opere, nuove aree d’incontro. Lo spazio della casa di Dalla è non solo un suo memoriale, ma anche l’ideale spazio che incuba nuove rotte artistiche emergenti.

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All’interno della casa è presente la cosiddetta “stanza Caruso”, tutt’oggi sede dell’etichetta Pressing Line, che nel corso degli anni (presieduta dallo stesso Dalla) ha prodotto e pubblicato alcuni dei dischi di massimo successo del cantautore. Pressing Line è anche alle spalle del successo di nuovi cantautori come Luca Carboni e Samuele Bersani. La “Stanza Caruso” era una specie di sala operativa dell’etichetta discografica: sala riunioni, ufficio amministrativo, sala da pranzo, e dava l’occasione al Dalla professionista di fondersi col Dalla uomo, e quindi padrone di casa, in un connubio perfetto tra lavoro e vita di tutti i giorni. Tra le opere oggi esposte nella stanza figurano svariati ritratti di Lucio dipinti da suoi amici, tra cui quello di Carlo Pasini, realizzato con puntine da disegno. Sul tavolo al centro della stanza sono esposti invece alcuni dei premi ricevuti durante la carriera di Dalla. Ogni opera che affresca le pareti della stanza è stata scelta a suo tempo dal padrone di casa, guidato soltanto dal gusto personale. Tra queste anche alcune fotografie che ritraggono Dalla con personaggi illustri, tra cui i due Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che testimoniano la fervente fede del cantautore. Il nome della stanza deriva ovviamente dall’omonimo brano dedicato al tenore Enrico Caruso, “una canzone nata per caso” che regalò da Dalla un grande successo internazionale.

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Lo “studio di Lucio” è una piccola stanza personale che Dalla utilizzava per ricevere alcuni intimi collaboratori o per effettuare delle piccole riunioni. La poltrona di Dalla è ancora posta vicino alla finestra, laddove molti raccontano di averlo visto e dove si dice che amasse stare mentre parlava con gli ospiti. Anche questo vano è costellato di ricordi e di opere legate a Dalla: tra queste si ricorda un pezzo del muro di Berlino che fu ispirazione per il brano Futura. Tra i libri conservati su di uno scaffale anche uno autografato da Dan Brown, fan di Lucio. A una parete si osserva invece la copertina di 12000 Lune, disegnata da Milo Manara, che ritrae Dalla come un Marinaio posto dinnanzi a una notte stellata in cui si scorge la Basilica di San Petronio. Spiccano alle pareti anche una foto di Berlinguer, la laurea Honoris Causa dell’Università di Bologna, la Cittadinanza Onoraria delle Isole Tremiti.

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La cosiddetta “Sala delle Colonne” rappresenta al meglio lo stile dei Palazzi bolognesi, con alti soffitti affrescati e in stile neoclassico, pavimenti in legno Ottocenteschi e alte colonne. Tutto qua è un riferimento geografico agli spazi della vita di Dalla: da Napoli al sud Italia, dalla Sicilia a Capri, un compendio dei viaggi e delle esperienze di Dalla, composto da un mosaico di opere di grande valore. La passione per il sud espressa da questa stanza è più volte stata rievocata dall’artista in numerose interviste: egli soleva ripetere di avere “due anime”, una nordica e l’altra meridionale, una ordinata e perfezionista, l’altra mistica e disordinata.

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La casa di Dalla è disseminata di presepi, oggetti per cui l’autore aveva una passione smodata. Nella camera da letto si trova addirittura un Gesù bambino gigante. All’opposto, fioccano anche elementi d’arredamento dal gusto “profano”, tra cui L’esibizionista di Athos Ongaro, scultura di un uomo che mostra il membro all’osservatore, che Dalla soleva mostrare divertito per imbarazzare gli ospiti.

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La stanza preferita di Dalla, quella “dello Scemo” o “dei giochi”, ospita trenini giocattolo, montagne russe, giostre e un piccolo Luna Park, un proiettore e un telo da cinema, alcuni seggiolini ripuliti di un cinema erotico.

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Nella sua proliferazione autocelebrativa, l’abitazione di Dalla è un caleidoscopio di opere forsennatamente barocco, un horror vacui di colori e di rifiniture ora opulente e ora kitsch, drappi e ricchi arredamenti sovrastati da soffitti a cassettoni finemente decorati. La casa, opportunamente conservata dalla Fondazione dedicata all’artista, è allora un perfetto specchio della sua vita quanto della sua personalità, e offre al visitatore un caotico ma accorato tutt’uno visivo, incapace di racchiudere per definizione il multiforme genio bolognese, ma per lo meno in grado di raccoglierne, seppur parzialmente, alcuni degli importanti lasciti.

Spunti videoludici

Lucio Dalla è senz’altro una delle personalità di spicco del panorama artistico italiano degli ultimi decenni. Ripercorrerne e celebrarne la vita è allora un pretesto per conoscere un pezzo di storia della musica, ma anche e soprattutto (tramite i riferimenti d’attualità disseminate per l’opera di Dalla), di riflesso, per entrare in contatto con la realtà socio-culturale e politica del Paese negli anni di attività del cantautore. Come non ipotizzare la trasformazione dell’abitazione di Dalla in una Wunderkammer da cui accedere, tramite percorsi di associazione libera, a vari segmenti esterni, come attraverso delle finestre: ogni opera od oggetto nella casa di Dalla potrebbe diventare il pretesto per un approfondimento, per una lettura, per una nuova avventura, un collegamento ipertestuale, un racconto. Attorno alla personalità dell’artista bolognese e attraverso le sue canzoni si potrebbero ipotizzare numerose traiettorie narrative, dai molteplici risvolti ludici.

[Bibliografia]

– Carlo Poma, Lucio Dalla Vero, Bologna, Persiani Editore, 2015.
– Paolo Jachia, Lucio Dalla, giullare di Dio. Un profilo artistico, Edizioni Ancora, 2013.

[Sitografia]

Fondazione Lucio Dalla

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