Cappella degli Scrovegni

Descrizione

La Cappella degli Scrovegni, situata nel complesso dei Musei civici agli Eremitani a Padova, è rinomata soprattutto per gli affreschi di Giotto del XIV secolo. Questa struttura, oggi proprietà del comune di Padova e motivo di grande orgoglio per la città, in seguito ai restauri moderni è entrata a far parte dei patrimoni dell’umanità UNESCO. L’edificio è stato costruito nel basso Medioevo con uno stile gotico e vanta quasi diecimila visitatori annui. Gli affreschi al suo interno, a tema religioso, sono concepiti per suscitare in chi entra una riflessione sulla storia della Salvezza.

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Cenni storici

La costruzione della cappella iniziò nel 1303 e due anni dopo terminò con la sua consacrazione, il 25 marzo 1305 ossia il giorno della festa cristiana dell’Annunciazione. L’edificio fu eretto da Enrico degli Scrovegni, figlio di un usuraio padovano di nome Rinaldo. Stando a testimonianze notarili di quegli anni, abbiamo la certezza della presenza di Giotto al cantiere della cappella, e i suoi affreschi sono stati dipinti molto probabilmente nei due anni di lavori prima della consacrazione. Nel 1881 la cappella fu acquistata dal Comune di Padova, che si occupò dei restauri edilizi, mentre nel 2001 avvenne un’importante opera di restauro degli affreschi guidata da Giuseppe Basile e con l’intervento dell’Istituto Centrale per il Restauro e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Dal 2021 è diventata patrimonio dell’umanità UNESCO.

Focus narrativi

Il padre di Enrico, Rinaldo degli Scrovegni, è stato collocato da Dante Alighieri all’Inferno, tra gli usurai. Gira voce che Enrico avrebbe fatto costruire la cappella con l’intento di redimere il nome della propria famiglia agli occhi dei credenti, anche se tale voce è infondata. Difatti, Enrico acquistò il terreno su cui si erige la cappella da un nobile decaduto della famiglia Dalesmanini, forse con gli stessi metodi da tagliagole del padre. Essendo stato Dante figlio di mercanti fiorentini, è plausibile che l’Alighieri conoscesse gli Scrovegni non solo per la fama da usuraio di Enrico, ma anche per ragioni personali o famigliari tuttavia ignote. È interessante notare come questo luogo non sia legato solo a un artista come Giotto, ma anche a un celebre poeta come Dante.

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Un affresco peculiare è senz’ombra di dubbio l’Adorazione dei Magi. In questo affresco, che rappresenta la natalità di Gesù, l’arte di Giotto va a intersecarsi con un’altra disciplina accademica, ossia l’astronomia. La Cometa nella raffigurazione è differente da quella raffigurata nelle altre scene della natalità, poiché ispirata dal passaggio della Cometa di Halley del 1301, alla quale Giotto avrà probabilmente assistito pochi anni prima. Questo affresco, posto nel registro centrale della parete a destra rispetto all’altare, contiene evidenti simboli di modernità stilistiche rispetto ad altre scene della natalità di Cristo: la struttura della capanna in primo luogo, ma anche gli abiti stessi dei vari personaggi, in particolare la manica stretta sui polsi e larghe sui gomiti dell’angelo posto sul lato destro della capanna. Questi elementi, uniti alla tinta più scura di blu utilizzata per raffigurare il cielo, ci danno una conferma della datazione dell’affresco tramite elementi stilistici precisi e facilmente databili.

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Vista l’importanza di Padova in quanto città universitaria, non mancano superstizioni legate al percorso accademico. Tra queste, una molto simile a quella che circonda la Torre degli Asinelli di Bologna: si dice che se un laureando va in visita alla Cappella degli Scrovegni prima di terminare il proprio percorso di studi, non si laureerà mai più. Questa superstizione in realtà lega la cappella a un altro edificio di Padova, il caffè Pedrocchi, antichissimo locale cittadino che condivide la stessa superstizione. La cosa più ironica è che la location stessa è convenzionata con l’Università e offre tutt’oggi possibilità di tirocinio a studenti e studentesse non ancora laureati, specialmente per coloro che appartengono al corso di Progettazione e Gestione del Turismo Culturale (PGTC).

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La parte absidale della cappella fu abbattuta, poiché il luogo rischiava di tramutarsi in una vera e propria chiesa con tanto di campanile in cui celebrare attività religiose, in conflitto con gli interessi degli Eremitani situati nel convento lì vicino. Ancora oggi è ben visibile un abside incompleto ma non totalmente abbattuto (anche se l’accesso al pubblico è vietato) che ospita il mausoleo familiare degli Scrovegni, la tomba in cui Enrico e la consorte, Iacopina d’Este, sono sepolti come da progetto originale.

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Il contenuto degli affreschi segue un filo conduttore molto interessante. La storia inizia con Gioacchino e Maria e culmina con il Giudizio Universale il quale occupa l’intera controfacciata, affresco nel quale vediamo anche Enrico stesso offrire la cappella in omaggio a Cristo. Sulla parete frontale troviamo invece un affresco riguardante l’Annunciazione, festa nella quale appunto fu consacrata la cappella, mentre il soffitto di un blu intenso rappresenta Cristo circondato da evangelisti e profeti. Questo insieme di raffigurazioni sarebbero state commissionate a Giotto proprio per onorare sia il Vecchio che il Nuovo Testamento.
Nelle due pareti laterali troviamo invece quattordici allegorie a monocromo, nello specifico i vizi sulla parete sinistra e le virtù sulla parete di destra. È bene notare che i vizi raffigurati non sono i sette vizi capitali della tradizione, ma sono anzi l’opposto delle virtù raffigurate, in una sorta di dicotomia tra malattia e cura che conducono il fedele alla salvezza.

Spunti videoludici

In ottica videoludica sarebbe particolarmente interessante rendere “interattivi” gli affreschi. La Cappella potrebbe per esempio essere rappresentata come abbandonata o infestata, con i personaggi degli affreschi che fuoriescono per intralciare il giocatore, oppure lo scheletro di Enrico degli Scrovegni che risorge per via di un qualche maleficio. La tomba stessa potrebbe essere posta in un’area apparentemente inaccessibile (come lo è oggi per il pubblico), raggiungibile solo tramite dei passaggi segreti o attraverso puzzle da risolvere.
Gli stessi personaggi famosi coinvolti nella costruzione della cappella o con la famiglia Scrovegni potrebbero essere rappresentati, come Giotto, Dante Alighieri o Rinaldo Scrovegni. Pensiamo per esempio a un’ambientazione come quella dell’inferno dantesco con Rinaldo ed Enrico nella cappella, indignati dalla posizione attribuitagli dall’Alighieri nella sua opera. Oppure a Giotto come stregone da sconfiggere che anima i suoi affreschi scagliandoli contro il giocatore.
Si potrebbe anche fare riferimento all’astronomia (vedi la Cometa di Halley che ha ispirato Giotto) e inserire nel gioco una cometa che guidi l’utente fino alla location indicata, in questo caso la cappella stessa; oppure la cappella potrebbe essere il luogo nel quale si viene a conoscenza di una profezia da sventare (una cometa in rotta di collisione con la Terra?). Un’alternativa meno catastrofica potrebbe essere quella di valorizzare il luogo attraverso un percorso investigativo che può prendere il via da un furto o da un misterioso omicidio.

[Bibliografia]

– Pisani, G., Giotto e il Trecento, Milano, Skira, 2009, pp. 113-127;
– Pisani, G., I volti segreti di Giotto. Le rivelazioni della Cappella degli Scrovegni, Treviso, Editoriale Programma, 2015, pp. 1-366;
– Pisani, G., La Cappella degli Scrovegni. La rivoluzione di Giotto, Milano, Skira, 2021, pp. 1-176.

[Sitografia]

Padova Musei Civici
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