Descrizione
Cabras è un comune della provincia di Oristano, circondato dalle acque dello stagno Mari Pontis e di alcune tra le spiagge più particolari e ventose della Sardegna. Comprende nel suo territorio le frazioni di San Giovanni di Sinis, San Salvatore di Sinis, le isole disabitate di Mal di Ventre, Catalano e Crispele, e il sito archeologico di Tharros.
Cenni storici
La regione dove oggi sorge Cabras, è stata densamente abitata sin dagli albori dell’umanità. Soprattutto durante l’epoca nuragica, corrispondente alla comune età del bronzo, vi abitava una popolazione che ha lasciato traccia del proprio passaggio in più di 70 nuraghi. La storia della cittadina inizia dove finisce quella della città fenicia di Tharros, caduta a causa delle continue incursioni dei pirati saraceni.
Cabras si sviluppò principalmente grazie alla pesca, ma divenne un centro politicamente importante poiché la Corte del Giudicato D’Arborea trasformò il castello della città, di cui oggi rimangono pochi ruderi, in una delle loro tante residenze. Cabras fu al centro della pace stipulata nel 1388 tra la più famosa giudicessa della Sardegna, Eleonora D’Arborea, e gli Aragonesi.
L’esperienza dal giudicato d’Arborea terminò nel 1410 e fu istituito il Marchesato di Oristano, in cui Cabras venne compresa. Il Marchesato durò poco meno di sessant’anni prima di cadere nelle mani della Corona di Aragona prima e della Corona di Spagna poi. La dominazione spagnola si protrasse fino al 1713 quando con la Pace di Utrecht la Sardegna divenne territorio degli Asburgo e l’anno successivo dei Savoia.
Focus narrativi
Antico villaggio fondato nel VIII secolo dai fenici, Tharros era un importante snodo commerciale per i traffici provenienti sia dalla penisola iberica che dall’Africa. Durante la prima guerra punica venne conquistata dall’impero Romano che promosse la costruzione di terme e acquedotti contribuendo al suo florido sviluppo. Nel 1050, in seguito alla caduta dell’impero romano e a causa delle continue incursioni saracene, la popolazione abbandonò l’insediamento per costruire la città di Cabras. Nel sito oggi sono visitabili sia le strutture romane che quelle fenice, come il tofet, santuario a cielo aperto dove venivano deposti i resti incinerati di animali o bambini sacrificati per ottenere grazia e protezione dagli dei. Molte pietre provenienti dal sito furono utilizzate per costruire la città di Oristano.
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Le spiagge della Penisola del Sinis sono tra le più particolari della Sardegna. Al territorio di Cabras appartengono diverse spiagge, tra cui quella de Is Arutas (letteralmente Le grotte). La sua particolarità è la sabbia, composta da granellini di quarzo prevalentemente bianchi, ma anche rosa, verdi, gialli, formatisi nel corso dei secoli dall’erosione esercitata dalle forti correnti marine sulle rocce granitiche dell’Isola di Mal di Ventre.
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Lungo la costa del Sinis si possono ammirare diverse torri costruite tra il XVI e il XVII secolo su iniziativa della Corona di Spagna per difendere il territorio, la popolazione e le loro attività dalle incursioni di pirati e corsari barbareschi provenienti dal Nord-Africa. La torre di San Giovanni (così denominata perché sorta vicino alla chiesetta di San Giovanni di Sinis) sovrasta dall’alto i resti di Tharros e possiede un’ampia visuale del Golfo di Oristano. È dotata di cannoni e spingarde e veniva sempre presidiata da una piccola guarnigione composta da un alcaide, un artigliere e quattro soldati. Si suppone che sia stata costruita sui resti di un nuraghe monotorre e di una torre punica, anche essa con pietre di spoglio della città di Tharros.
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Nel 1974 un contadino che lavorava la sua terra nella località Mont’e Prama rinvenne casualmente alcuni frammenti di pietra riconducibili a delle statue. Con gli anni sul colle venne rinvenuta un’ampia necropoli e un piccolo esercito formato da statue alte tra i 2 e i 2,5 metri, raffiguranti pugilatori, arcieri e guerrieri, realizzate con grande abilità e decorate con motivi geometrici di estrema precisione, come i due perfetti centri concentrici che rappresentano gli occhi. Il sito e le statue hanno sollevato vari misteri e teorie. Secondo le ipotesi più accreditate sono databili intorno al X-IX secolo a.c e la necropoli rappresenterebbe un santuario del culto dell’eroe. Attualmente si sta promuovendo un gemellaggio tra la città sarda e la città cinese di Xi’an, dove sempre nel 1974 un contadino rinvenne per caso l’Esercito di Terracotta.
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Fa parte del territorio di Cabras anche il piccolo villaggio di San Salvatore di Sinis, costruito attorno alla chiesetta dedicata al santo da cui prende il nome e composto da piccolissime e colorate case a schiera disposte a formare un ampio piazzale quadrangolare. Il centro si anima in occasione della prima domenica di settembre per la festa di San Salvatore. La processione in onore è meglio conosciuta come “Corsa degli scalzi” ed è una rievocazione storica della corsa compiuta nel 1619 per portare la statua del santo da Cabras al villaggio dei pescatori per proteggerla dall’invasione dei Mori. Il simulacro viene portato in spalla lungo un percorso polveroso e irto di pietre. Chi oggi prende parte alla corsa indossa la clamide bianca e il cordone dei penitenti e corre senza calzature, ma chi compì l’impresa indossò dei ramoscelli per sollevare più polvere possibile e dare l’impressione di un ben più folto gruppo di persone.
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L’Isola di Maldiventre (traduzione superficiale del sardo Malu Entu, vento cattivo, ossia il maestrale) si trova a pochi km di distanza dalla costa. Oggi è ufficialmente disabitata, ma proprietà di un ingegnere inglese che l’ha eredita dal padre che la comprò negli anni ’60. L’isola è terreno però di rivendicazione da parte degli indipendentisti sardi che ne richiedono l’acquisizione per usucapione e che nel 2008 dichiararono la Repubblica Indipendente di Maluentu. Attorno all’isola vi è un’area marina protetta, che comprende grandi varietà di flora e fauna.
Spunti videoludici
Cabras, assieme alla grande vastità di luoghi limitrofi che sorgono sulla Penisola del Sinis, è un perfetto esempio di ambientazione per un piccolo open world. La penisola, quasi separata dal resto della Sardegna, si protrae verso il mare portando con sé un ricco carico di storie ed eventi. Sembra una terra destinata ad avventurieri ed esploratori sulle tracce di antichi insediamenti romani o vecchi santuari della civiltà fenicia. Un luogo dove il mistero non manca mai come quello che avvolge le statue dei Giganti di Mont’è Prama e il suo culto degli eroi. La Torre di San Giovanni, che sorge a picco sul mare, è ancora perfettamente armata come durante le incursioni pirata e pronta a diventare la protagonista di un tower defense o di un gestionale in cui ricostruire il dominio della Corona Spagnola. La folcloristica Corsa degli Scalzi potrebbe perfettamente prestarsi ad un party game sportivo, con tappe precise da raggiungere ed oggetti specifici da utilizzare per contrastare gli attacchi dei Mori. Infine, l’Isola di Maldiventre potrebbe essere un ottimo scenario per un musou sulla battaglia per la Repubblica Indipendente di Maluentu.
Fonti e link
[Bibliografia]
Enrico Acquaro, Claudio Finzi, Tharros, Sardegna Archeologica, Carlo Delfino Editore, 1999
[Sitografia]
Corsa degli Scalzi
Tharros
Isola di Maldiventre
Museo Cabras
Comune di Cabras
[Scheda Film Commission]
Sardegna Film Commission