Bologna sotterranea

Descrizione

Bologna è famosa per le sue numerose torri medievali che nel corso del tempo sono diventate il simbolo della città. Se si sposta lo sguardo dalla cima della Garisenda e degli Asinelli verso il basso, o meglio ancora nel sottosuolo, è possibile scoprire dei tesori veri e propri rimasti celati per secoli. Al di sotto delle strade, dei portici e delle piazze, è presente un patrimonio storico e archeologico che aspetta solo di essere esplorato muniti di mappa e torcia.

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Cenni storici

La storia dei sotterranei di Bologna è intrecciata con quella dei corsi d’acqua che l’attraversano. Il primo è il torrente Aposa, l’unico flusso d’acqua che percorre in maniera naturale il territorio della città. Nel VI secolo a.C. gli etruschi fondarono Felsina proprio nelle vicinanze dell’Aposa, in seguito l’avamposto fu sviluppato dai romani nel II secolo a.C prendendo il nome di Bononia. Gli altri canali, artificiali ma non per questo meno importanti, sono quello del Savena e del Reno, che anticamente creavano un’intricata rete idrica lunga circa 66km che si intersecava con le vie cittadine. Questi piccoli canali erano sormontati da ponti, passerelle e coperture tanto da ricordare Venezia. La presenza di questi corsi d’acqua artificiali, sfruttati soprattutto per attività industriali, rendeva Bologna nel XIV secolo il quinto porto europeo per importanza commerciale. Col passare del tempo questi corsi d’acqua vennero man mano prosciugati o interrati, e il caso dell’Aposa, che attraversa Bologna per 8km interamente nel sottosuolo. Oggi i canali hanno mantenuto la loro funzione industriale in quanto alimentano due centrali idroelettriche, raccogliendo l’acqua piovana in esubero del territorio e garantendo così anche la sicurezza della città.

Focus narrativi

L’ingresso del canale Reno alle porte di Bologna era protetto da una doppia grada. Si può pensare che il sistema venisse utilizzato esclusivamente per filtrare eventuali detriti che potevano essere trasportati dalla corrente e finire nei meccanismi idraulici della città. In realtà, le grade venivano utilizzate anche per evitare l’intrusione di eventuali nemici intenzionati a sfruttare le acque come copertura.

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Durante il Medioevo a Bologna erano presenti oltre 400 macchinari, come mulini o macchine ad acqua, che sfruttavano la rete dei canali con la funzione di una moderna linea elettrica.

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Grazie al complesso sistema idrico era possibile utilizzare il torcitoio, un macchinario idraulico utilizzato nella lavorazione della seta. Nel 1600, più di 30.000 persone svolgevano attività legate a questo tessuto pregiato.

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I sotterranei di Bologna conservano anche importanti siti archeologici. Sotto la superficie delle strade che oggi vengono percorse da centinaia di macchine, autobus e biciclette riposano i resti delle antiche vie della Bononia romana, come ad esempio l’antica via Emilia riscoperta a soli 80cm di profondità in via Ugo Bassi o la Flaminia Militare che riaffiora in posti inconsueti (tra cui la cantina di un ristorante e di un hotel). Oltre le vie sono presenti dei preziosi scavi archeologici come quello sotto la superficie di Palazzo d’Accursio. Sotto la pavimentazione trasparente della piazza coperta della Biblioteca Salaborsa è possibile scorgere gli scavi che fanno riaffiorare in superficie un processo di stratificazione che risale all’epoca della civiltà villanoviana.

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Il sovrapporsi di stratificazioni durante lo scorrere dei secoli ha permesso lo sviluppo di diverse strutture ipogee legate alla Seconda guerra mondiale. Tra la fine del 1942 e gli inizi del 1944 vengono create ma soprattutto riadattate le architetture sotterranee preesistenti per ricavarne depositi, ricoveri e rifugi per i bombardamenti aerei. Ne sono alcuni esempi il Rifugio Antiaereo di Villa Spada, quello al di sotto del Giardino del Guasto dedicato al pilota di caccia Loris Bulgarelli e il rifugio del Pincio al di sotto del parco della Montagnola. Quest’ultimo, è stato creato dai resti di una ghiacciaia e nella sua massima espansione ha accolto circa 2500 persone. Il rifugio del Pincio è stato anche l’ultimo ad essere abbandonato dopo la conclusione del conflitto mondiale, venendo utilizzato fino al 1947 dalle ultime famiglie rimaste senza casa.

Spunti videoludici

Ad affascinare non è solo la Bologna sotterranea del passato, con la sua complessa rete idrica e tutte le attività legate ai flussi d’acqua ma anche quella odierna, nascosta a volte a pochi centimetri dal suolo da un’anonima botola ad un lato della strada. Lo sviluppatore può esplorare i sotterranei e offrire una narrazione che spazia dal Medioevo alla Seconda guerra mondiale.

[Bibliografia]

– Vito Paticchia e Massimo Brunelli, Memorie sotterranee, Bologna, IBC, Istituto Beni Culturali Emilia Romagna, 2014
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– Massimo Brunelli e Francisco Giordano, Aposa segreto I rifugi antiaerei, Bologna, Amici delle vie d’acqua-Bologna sotterranea®, 2012.

[Sitografia]

Amici delle vie d’acqua

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