Bobbio

Descrizione

Bobbio è una cittadina di 3.500 abitanti ca. che sorge nella Val Trebbia, in provincia di Piacenza. Il borgo è stato nei secoli un centro vitale della vita politica e culturale italiana che si sviluppò intorno all’Abbazia di San Colombano. Bobbio mantiene ancora oggi i caratteri tipici di un borgo medievale ed è conosciuta soprattutto per le leggende intorno al Ponte Gobbo.

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Cenni storici

Il territorio su cui sorge Bobbio è stato abitato sin dal neolitico, divenendo in seguito centro di insediamenti liguri e dominio prima dei galli e poi dei romani. La prima attestazione di un comune dal nome Bobium risale al IV secolo d.C. Grazie alla presenza dell’Abbazia di San Colombano il borgo divenne un importante punto nevralgico non solo religioso, ma anche politico e culturale in epoca medievale e nei secoli successivi. Bobbio fu poi la prima città del Nord Italia ad essere liberata dai partigiani durante la Seconda guerra mondiale e dove venne fondata la Repubblica di Bobbio, destinata comunque a vivere poco più di un mese ed essere riconquistata delle truppe della Repubblica di Salò.

Focus narrativi

La storia di Bobbio è strettamente legata alla vita e all’opera di San Colombano. Il territorio del borgo gli fu infatti donato dal re longobardo Agilulfo, dove il monaco di origine irlandese giunse nel 614 con i suoi discepoli. Il territorio aveva un’importanza strategica in quanto sorgeva nella “via del sale”. I monaci restaurarono una vecchia chiesetta dalla cui base sorse poi la grandiosa Abbazia di San Colombano. Già vecchio al suo arrivo a Bobbio, San Colombano morì qualche anno dopo, ma il monastero crebbe e prosperò come centro religioso, ma vista l’influenza esercitata dai suoi monaci anche come centro politico.

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Altro luogo fondamentale e legato alla storia dell’Abbazia è il suo Scriptorium, tanto celebre da essere nominato anche da Umberto Eco ne Il nome della rosa. Fino al IX secolo fu il maggior centro di produzione libraria in Italia. I monaci utilizzarono qui particolari e differenti tipi di scrittura e abbreviazioni, richiamando di continuo nelle miniature la cultura irlandese. Molti codici trascritti a Bobbio hanno permesso la sopravvivenza di tante opere antiche.

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San Colombano è anche definito “santo europeo” per la sua vita vissuta sempre in viaggio da un luogo ad un altro dell’Europa, dove lasciò sempre traccia indelebile di sé e dei suoi insegnamenti.

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A Bobbio sorge il Ponte Gobbo o Ponte del Diavolo, particolare ed interessante per il suo profilo irregolare e per gli archi gibbosi. La sua costruzione non è databile, ma si sa che un ponte originario fu costruito in epoca romana e che questo subì modifiche e rifacimenti nel corso dei secoli. Le leggende intorno al ponte nacquero però in epoca medievale dalla radicata credenza che i ponti in generale fossero sempre opere diaboliche che congiungevano due luoghi destinati per volere divino ad essere separati. Secondo la leggenda fu San Colombano a voler unire le due sponde della Trebbia per poter portare la parola divina anche al di là del fiume. Egli ricevette un’offerta dal Diavolo in persona che, in cambio dell’anima del primo che avesse attraversato il ponte, lo avrebbe costruito in una sola notte. Il santo accettò e il diavolo tirò su il ponte, aiutato però da demoni di altezza e corporatura diversa, fatto che determino l’irregolarità nell’altezza degli archi. Il mattino seguente quando San Colombano vide la forma del ponte decise di tenere comunque fede al patto, ma lo fece attraversare per primo da un cane. Adirato il diavolo sferrò un calcio al ponte, rendendolo oltre che gobbo anche storto.

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Un’altra versione della storia fu rielaborata nel 1907 dalla poesia dialettale Al Diavul al fa al Pont Gobb ad Bobbi scritta da Valente Faustini. Secondo la poesia il diavolo decise espressamente di costruire un ponte gobbo e storto per fare un dispetto al santo e all’Abbazia, sperando così di allontanare i fedeli dalla religione.

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Secondo altre versioni la vicenda si svolse tra il diavolo e l’oste che possedeva un’attività sull’altra sponde della Trebbia. L’oste credeva infatti che un ponte sul fiume avrebbe notevolmente aumentato le sue entrate e il diavolo, sotto forma di vecchio signore, gli promise di costruirlo ma in cambio della sua anima. Senza prenderlo troppo sul serio l’oste accettò, ma la mattina dopo al suo risveglio il ponte si ergeva davvero sopra il fiume. La gente arrivava a frotte all’osteria, ma attraversando il ponte la loro indole cambiava e si lasciavano andare a turpiloqui e all’alcool, dimenticandosi dei propri doveri. La moglie dell’oste avvertì il vescovo che nottetempo benedisse il ponte, ripristinando così la calma.

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Secondo diversi studi è il Ponte Gobbo ad apparire sullo sfondo del celebre ed enigmatico dipinto di Leonardo da Vinci la Gioconda.

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Altro luogo di interesse storico a Bobbio è il Castello Malaspiniano, costruito nei primi del 1300 da Corrado Malaspina. Il castello fu poi teatro delle lotte tra Guelfi e Ghibellini e passò prima a Visconti e poi ai Dal Verme. Intorno ad esso vi è una leggenda che riguarda il cosiddetto “Pozzo dei coltelli”, oggi non più esistente. Questo particolare pozzo aveva un condotto coperto di lame appuntite e affilate. Si pensa che questo comunicasse con una segreta senza vie d’uscita, utilizzata però non solo per nemici dei Signori, ma anche per donne rapite dai castellani. Chi vi veniva scaraventato dentro preferiva cercare la morte buttandosi sulle lame, piuttosto che soffrire dell’agonie che si celavano sul fondo del pozzo. Al tal proposito si parla di fantasmi che ancora infestano il castello. Secondo una leggenda il pozzo sarebbe collegato con un condotto che porta dritti alla cripta di San Colombano e che quindi serviva come via di fuga dal castello in caso di assedio.

Spunti videoludici

Sono tanti i segreti che si muovono all’ombra di Ponte Gobbo. E se il ponte fosse davvero opera del Diavolo? E se nelle notti più profonde permettesse alle anime dei defunti di raggiungere la città? E se invece fosse un ponte verso qualcos’altro, magari verso il passato? Sarebbe interessante immaginare un gioco in cui passato e presente sono collegati dal ponte e le azioni del giocatore svolte nel passato si ripercuotono sul presente.

Lo sviluppo della vita intorno all’Abbazia di San Colombano invece apre la strada per un gestionale che parte da una piccola chiesa fino a creare un vero e proprio complesso cittadino con tanto di opere architettoniche come ponti e sculture.

Infine si potrebbe creare anche un tower defense con gli umani che respingono i demoni dall’altra parte del ponte o magari un titolo in cui soddisfare tutti i capricci del diavolo costruendo tutto quello che richiede per saziare la sua brama di potere.

[Bibliografia]

– Michele Tosi, Bobbio: Guida storica artistica e ambientale della città e dintorni, Bobbio, Archivi Storici Bobbiensi, 1983.

[Sitografia]

Comune Bobbio
Polo museale Emilia Romagna
Piacenza antica

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