Biblioteca Gambalunga

Descrizione

La biblioteca Gambalunga è stata inaugurata nel 1619, in qualità di biblioteca pubblica (probabilmente la prima in Italia), a libero uso di chi volesse consultarne il suo patrimonio librario. Si trova all’interno del Palazzo Gambalunga di Rimini, posta a piano terra, e si affaccia su un piccolo chiostro. Nella sua storia vengono ricordati i numerosi bibliotecari che si sono avvicendati e che hanno lavorato per l’acquisizione di fondi, manoscritti e volumi di ogni genere, determinando la fortuna e la fama del luogo. Personalità di un certo spessore (soprattutto nel ‘600 e ‘700) hanno attraversato le sue sale lignee e consultato i libri rimanendone affascinati, come il Cardinale Giuseppe Garampi.
Dal ‘900 ai giorni nostri gli spazi della Gambalunga, culla del sapere antico e moderno, hanno subìto un ridimensionamento inevitabile, con l’avvento delle nuove tecnologie e la dotazione di strumenti informatici, mantenendo tuttavia il proprio ruolo identitario nella città di Rimini e sapendosi rinnovare, anche grazie alla presenza di un consistente archivio fotografico.

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Cenni storici

La biblioteca fu costruita per volere di Alessandro Gambalunga nell’omonimo Palazzo, nel 1619. La caratteristica, che rende questo edificio storicamente unico nel suo genere, fu la sua destinazione d’uso: il Gambalunga volle infatti che avesse carattere pubblico e che, chiunque ne avesse avuto bisogno, avrebbe potuto accedere liberamente al suo patrimonio librario. Purtroppo il medesimo anno avvenne la morte del nobile riminese, che lasciò nelle fide mani del bibliotecario Michele Moretti la gestione della biblioteca.
Dopo trent’anni di mirabile gestione, il Moretti lasciò l’incarico di bibliotecario, dopo aver plasmato gli spazi dell’edificio arricchendoli nel tempo di numerosi volumi librari e arredi di ogni genere. Il successore, Girolamo Avanzolini, fu il bibliotecario dal 1649 al 1678. Della sua gestione si ricordano la cura della gestione della Biblioteca e la perizia con cui trovò manoscritti pregiati e rari. L’incarico fu assegnato a Giuseppe Malatesta Garuffi, dal 1678 al 1694, che ebbe la particolarità di acquisire volumi di opere inusuali e stravaganti.
Nel ‘700 la storia della biblioteca risulta particolarmente legata alla figura del Cardinale Giuseppe Garampi, che aveva frequentato sin da giovinetto e studente le sale dell’edificio. Legatosi ai suoi spazi lignei, il Garampi vi donò esemplari preziosi non solo in vita, ma anche dopo la sua morte, quando darà un lascito molto generoso, composto da manoscritti e volumi provenienti dalla sua vita fatta di ricerche e scambi frutto dei propri viaggi nel mondo.
Nell’800 si assistette all’avvicendamento di bibliotecari eruditi che contribuirono alla crescita della fama della biblioteca e all’arricchimento del suo patrimonio librario.

Focus narrativi

Alessandro Gambalunga fu il fondatore della biblioteca. Di origini umilissime, dopo gli studi divenne giureconsulto. Le fonti ci tramandano un personaggio coinvolto nella vita pubblica, ma sempre con distacco, memore di un’esclusione dal Consiglio cittadino di Rimini che lo porterà a rifiutare diversi incarichi, persino la carica di Potestà. Fu un mecenate che amava circondarsi di letterati ed eruditi, dal carattere orgoglioso, metodico nelle sue azioni, tra le quali la certosina regolamentazione che elaborò per la gestione della biblioteca dopo la sua morte. Il principale obiettivo era renderla totalmente pubblica (sembra sia il primo caso attestato in Italia): «a tutti li altri della città che volessero per tempo nelle […] stanze di detta mia casa andarsene a servire». Fu prevista persino una multa di 100 scudi per colui il quale avesse sottratto qualche tomo dalla biblioteca. Per garantire ciò volle stipendiare un bibliotecario che avrebbe dovuto assistere l’utenza quotidianamente, avere responsabilità sul patrimonio librario e su altri svariati compiti. È interessante il legame affettivo che emerge tra Alessandro e il primo bibliotecario da lui nominato, Michele Moretti, dotato di ogni compito immaginabile non solo riguardo la biblioteca, ma anche l’amministrazione dei beni del Gambalunga.

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Uno dei bibliotecari più celebri fu Giuseppe Malatesta Garuffi. La sua figura risulta interessante soprattutto per alcuni aspetti della sua biografia, in particolare quelli che lo legano all’Accademia dell’Arcadia. Frequentando tali salotti artistico-letterari durante la giovinezza a Roma, assunse il nome (come da usanza) di Agamede Sciatio. L’Arcadia fu un ambiente culturalmente florido, in cui gli intellettuali si fingevano pastori immaginando di vivere nelle campagne e coltivando le lettere (soprattutto i classici greci e latini) in un mondo idilliaco. L’obiettivo, dichiarato, era quello di apportare un rinnovamento non solo letterario ma anche culturale in tutto il mondo. Storicamente tale movimento è stato oggetto di alcune osservazioni di stampo esoterico per via del carattere settario dell’Accademia. Tali osservazioni presero il via da un famoso dipinto di Poussin, in cui viene ritratta un’iscrizione (Et in Arcadia ego), oggetto di tantissime interpretazioni e citazioni in libri, film, videogiochi, testi musicali, ecc.

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Il cardinale Giuseppe Garampi è stata una figura centrale nello sviluppo della gambalunghiana. Precocissimo erudito, venne addirittura nominato vice custode della biblioteca a soli 16 anni. La passione per lo studio dei classici e per gli antichi codici lo portò lontano, a Roma, dove ricoprì gli incarichi di Nunzio Apostolico, Vescovo e infine Cardinale. Il suo legame con la biblioteca è testimoniato dal considerevole lascito della propria collezione personale (86 codici e 27 incunaboli).

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La biblioteca si trova all’interno del Palazzo Gambalunga, posta al piano terra, con quattro sale storiche. Al suo interno contiene 1400 codici medievali, più di 330.000 volumi di cui 70.000 antichi (datati prima del 1830) e 382 incunaboli (testi a caratteri mobili stampati prima del 1500). Vi sono anche due globi pregiati in legno provenienti dai Paesi Bassi. Le scaffalature in legno d’abete sono state realizzate dopo la morte di Alessandro Gambalunga. Tra queste è possibile notarne una finta, che si mimetizza con le altre e che in realtà è una piccola porticina che funge da collegamento tra i piani dell’edificio.

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La gambalunghiana ospita anche un archivio fotografico con più di un milione di immagini, che ci consentono di documentare ed esplorare nel dettaglio la vita, le tradizioni e le usanze del territorio riminese sin dagli inizi del ‘900. Tra queste vi sono alcuni album di famiglia che ritraggono storie che val la pena citare, come quella di Adriana Battaglini. Definita una “donna nuova”, attraverso le sue pose al mare, le sue vesti e le scene della sua vita, è possibile ricavare un vero e proprio ritratto della donna italiana di inizio ‘900: una donna che si emancipa e che fuoriesce dai canoni rigidi del secolo precedente.

Spunti videoludici

Risultano appetibili anzitutto le vicende biografiche. Ad esempio, si può rappresentare l’amicizia che legava Alessandro Gambalunga e il bibliotecario Michele Moretti, che dopo la morte del primo, porterà avanti per trent’anni l’ideale e il sogno dell’amico. Facile immaginare i due discutere nelle sale lignee, che disquisiscono sul mondo e su quali libri scegliere per la neonata biblioteca. Anche la storia del Cardinale Garampi meriterebbe un approfondimento, soprattutto perché ricca di viaggi e incontri diplomatici con personaggi di rilievo dell’epoca: la biblioteca costituirebbe il proprio porto sicuro cui abbandonarsi nei ricordi dell’infanzia, il rifugio da un mondo, quello seicentesco, sempre più complesso dal punto di vista politico.

In ottica di genere sarebbe poi interessante valorizzare storie come quella di Adriana Battaglini, che fornisce parecchi spunti per raccontare la storia di tutta Rimini attraverso la sua vicenda e, più in generale, l’immaginario della (e sulla) donna in Italia nei primi del ‘900.

[Bibliografia]

– Frioli D., I codici del Cardinale Garampi nella biblioteca Gambalunghiana di Rimini, Rimini, Maggioli, 1986;
– Meldini P., La Biblioteca Gambalunghiana e la sua origine: sale antiche e preziosi codici, Rimini, Raffaelli, 1998;
– AA. VV., Seicento inquieto. Arte e cultura a Rimini, a cura di Angelo Mazza e Pier Giorgio Pasini, Milano, Federico Motta Editore, 2004;
– Delbianco P., La biblioteca di Rimini. Passato, presente e futuro della Biblioteca civica Gambalunga, Bologna, Clueb, 2008.

[Sitografia]

Biblioteca Gambalunga
Comune di Rimini
Rimini Turismo
Adriana Battaglini. Una donna nuova

[Scheda Film Commission]

Emilia-Romagna Film Commission

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