Descrizione
La Basilica di San Vicinio è la cattedrale di Sarsina, comune dell’alta valle del Savio prossimo al confine con la Toscana, e concattedrale della diocesi di Cesena-Sarsina.
La facciata romanica a salienti sobria in mattoni è affiancata da un campanile quadrangolare sicuramente successivo alla costruzione della cattedrale; alla base sono visibili delle arcate che forse avrebbero dovuto reggere un terrazzo, probabilmente però mai costruito. Sopra l’ingresso è presente un grande finestrone, possibile ingresso al terrazzo oppure piano di esposizione di reliquie di santi e martiri; più in alto si trovano prima una monofora e poi una finestrella più piccola a forma di croce. Sopra la porta principale di ingresso alla chiesa, nella lunetta, è visibile un mosaico moderno raffigurante S. Vicinio con il pastorale e la mitra episcopale e la famosa “catena”.
L’interno della Basilica, molto austero e sempre in mattoni, è diviso in tre navate, con la navata centrale larga esattamente il doppio delle navate laterali dalle quali è separata da 12 colonne; la pianta è a croce latina e il soffitto a capriate. Il principale luogo di culto della Cattedrale è sicuramente la cappella di San Vicinio che contiene le reliquie del santo e la catena miracolosa.
Cenni storici
La Cattedrale di Sarsina, che risale ad un periodo compreso fra X ed XI secolo e venne edificata su una preesistente struttura risalente all’epoca romana o paleocristiana, è dedicata a Vicino, primo vescovo della chiesa locale, vissuto tra III e IV secolo.
Tracce risalenti al periodo della fondazione della chiesa sono rilevabili all’ingresso del presbiterio dove si trovano resti della cripta demolita e dell’antico pavimento romanico.
Di particolare pregio è l’ambone marmoreo del XII secolo su cui sono scolpiti un angelo, un’aquila, un leone e un bue, i simboli dei quattro evangelisti. A un’epoca precedente, probabilmente al X secolo, risale il bassorilievo marmoreo che si trova ai piedi dell’altare maggiore e che raffigura Cristo in trono con gli arcangeli Michele e Gabriele; nell’abside si trovano invece tele di pittori locali del XVII e XVIII secolo.
Focus narrativi
Secondo i fatti riportati da un Lectionarium manoscritto anonimo del XII secolo San Vicinio, originario della Liguria, per sfuggire alle persecuzioni di Diocleziano e Massimiano si sarebbe ritirato come eremita su di un monte (oggi chiamato Monte San Vicinio) nei pressi di Sarsina dedicandosi alla penitenza e alla preghiera.
La leggenda narra che apparve anche un segno divino sulla montagna dove San Vicinio risiedeva per aiutare i sacerdoti e il popolo sarsinate nella scelta del loro nuovo vescovo; Vicinio venne così nominato vescovo di Sarsina, incarico che coprì fino alla sua morte nel 330.
Ben presto si diffuse la fama di santità del vescovo di Sarsina al quale si ricorreva per scacciare i demoni e guarire i malati grazie alla sua “catena”. A tal proposito gli avvenimenti riportati sul Lectioinarium sono diversi; si legge di un indemoniato che nessun sacerdote riusciva a liberare finché ad Arezzo, sulla tomba di San Donato, il demonio stesso parlò dicendo: “A nessuno dei Martiri, a nessuno dei Confessori mi sento obbligato a cedere, se non a S. Vicinio vescovo di Sarsina, quegli che anche da vivo si oppose sempre a me ed ai miei soci”.
In un altro passo del Lectionarium si legge del furto della catena di San Vicinio ad opera di un mendicante: passata tutta la notte a scappare percorrendo il corso del fiume nel tentativo di allontanarsi sempre più da Sarsina, all’arrivo dell’alba si ritrovò nello stesso punto del fiume della sera prima; preso da spavento e rimorso lanciò la catena nel fiume dove venne ritrovata tre giorni dopo vicino alla riva.
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La catena, la famosa reliquia di San Vicinio, è una sorta di collare metallico composta da due bracci legati fra loro e secondo alcuni studi risalirebbe ad un periodo sicuramente antecedente all’VIII secolo. La tradizione racconta che San Vicinio la usasse per fare penitenza durante la preghiera mettendosela al collo e appendendovi una pesante pietra.
La catena ancora oggi è considerata una preziosa reliquia ed è usata quotidianamente per impartire benedizioni appoggiandola per qualche secondo al collo dei fedeli che numerosissimi ogni anno giungono alla basilica.
La catena è anche un potente aiuto in mano all’esorcista che si trova in Basilica durante le preghiere di esorcismo e di liberazione; questo oggetto infatti, come molte altre reliquie di Santi, è in grado di rivelare la presenza del demonio in quanto la persona indemoniata non riesce a tenerla addosso e cerca di liberarsene mostrando sovente una forza sovrumana.
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Sarsina, oltre a San Vicinio è conosciuta anche per aver dato i natali al famoso commediografo romano Tito Maccio Plauto.
Sarsina infatti, fondata molto probabilmente dalla popolazione italica degli umbri, nel 266 a.C. venne sottomessa dai Romani diventando “civitas foederata”; divenuta nella prima metà del I secolo a.C. municipio romano si ebbe un rapido sviluppo urbanistico della città e un’intensa ascesa economica. Lo sviluppo della città proseguì poi notevolmente durante il periodo imperiale e fino al III secolo grazie soprattutto ai rapporti commerciali di Sarsina con il vicino porto di Ravenna.
Di questo periodo sono diversi e pregevoli i resti visibili nel locale Museo Archeologico Nazionale: il mausoleo di Rufus, il monumento di Publius Virginius Paetus, la statua di Attis, i mosaici con il trionfo di Dioniso e quello del cosiddetto Ercole ebbro.
Plauto, nato a Sarsina tra il 255 e il 250 a.C. è uno dei più importanti e prolifici commediografi romani; le commedie di Plauto, caratterizzate da una grande comicità, hanno avuto, ma hanno ancora oggi, un immediato successo tanto da aver ispirato molti drammaturghi del calibro di Shakespeare o Molière. Tra le più famose si ricordano “Anfitrione”, una commedia degli equivoci che descrive il tentativo di Giove di possedere la bella e mortale Alcmena prendendo le sembianze del marito Anfitrione (da uno dei personaggi di questa commedia deriva il sostantivo “sosia”) e, forse, il capolavoro di Plauto “Il soldato fanfarone”, che narra di un soldato millantatore e del suo scaltro servo.
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Negli ultimi anni sta andando diffondendosi un percorso, il cammino di San Vicinio, che si snoda lungo tutta la valle del Savio e che ripercorre le vie attraversate per molti secoli, non solo da pellegrini ma anche da mercanti o addirittura eserciti, tra Roma e la pianura padana.
Oggi il cammino comprende 14 tappe, che si snodano tra Romagna e Toscana, attraversando 14 comuni delle tre provincie di Forlì-Cesena, Arezzo e Rimini.
Già dal Medioevo queste valli erano percorse dai pellegrini che lungo le vie romee si dirigevano verso i principali luoghi di culto della cristianità a Roma; in particolare dalla Romagna passava la via Romea germanica che univa la città tedesca di Stade, appartenente alla lega anseatica, a Roma.
Spunti videoludici
Più che per ragioni architettoniche, l’interesse videoludico della Basilica e della cittadina di Sarsina possono ricadere sulle due personalità che le rendono famose:
– San Vicinio, e un possibile racconto a tema religioso, arricchito da oggetti “magici” come la catena descritta nel Lectionarium medievale e le vicende demoniache legate alla figura del santo.
– Plauto, e un possibile a tema biografico afferente al mondo della latinità classica. Interessante, per lo sviluppo di un coerente registro della narrazione videoludica, la connotazione comica della sua produzione letteraria.
Venti le commedie che sono giunte integre fino a noi, raggruppate dagli studiosi in sette categorie, che potrebbero rappresentare sette diversi capitoli di sviluppo in livelli videoludici, ognuna con tema specifico (come possibile connotazione di livello): il doppio; il riconoscimento improvviso; la beffa; l’avventura/il viaggio; la caricatura; il servo astuto; più una categoria spuria che contiene commedie che mettono in scena più di un tema.
Il grottesco è una qualità specifica della scrittura di Plauto.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Bertini F., Plauto e dintorni, Roma, Laterza, 1997.
– Mengozzi M., San Vicinio e il suo culto, in Santuari locali e religiosità popolare nelle diocesi di Ravennatensia, Bologna, University press Bologna, 2003.
– Mengozzi M. (a cura di), Vita di Vicinio, collana Vite dei santi dell’Emilia-Romagna, Cesena, Il ponte vecchio, 2003.
– Lucchesi G., La prima vita di san Vicinio vescovo di Sarsina, Faenza, 1973.
[Sitografia]
Basilica di San Vicinio
[Scheda Film Commission]
Emilia-Romagna Film Commission