Basilica della Santa Casa

Descrizione

La città di Loreto offre uno spettacolo naturalistico e visivo di spessore. Sorge sul monte Prodo, un’altura che svetta sul resto del panorama piatto che lo circonda. Da questa altura si gode di una vista che spazia dal mare Adriatico al monte Conero, fino all’Appennino umbro-marchigiano. Loreto si è sviluppata grazie all’interesse creatosi intorno alla Basilica che ospita la reliquia della “Santa Casa” di Nazareth dove, seguendo le orme della tradizione, la Vergine Maria nacque e visse e dove ricevette l’annuncio dell’arcangelo Gabriele riguardante la futura nascita del bambino Gesù. La basilica si erge su Piazza della Madonna, punto più alto della città e fulcro artistico-monumentale e religioso di Loreto, adornato dalla splendida Fontana Maggiore. La Basilica in sé rappresenta uno dei più importanti monumenti gotico-rinascimentali d’Italia, visibile e ammirabile anche prima di arrivare nella città grazie alla cupola che, insieme al campanile, svetta nel cielo e attrae l’occhio verso la sua magnificenza.

Location

Get directions

Cenni storici

La tradizione vuole che furono degli angeli a portare la casa di Maria a Loreto, a seguito dell’espulsione dei crociati dalla terra Santa per salvarla dal dominio dei Mammelucchi. La casa una volta abitata dalla famiglia della vergine arrivò a Loreto nel 1294. Inizialmente venne coperta da una volta, poi circondata da portici e infine si provvide a costruire una chiesetta per custodirla. La chiesetta venne poi sostituita con l’attuale Basilica. I lavori per la costruzione di quest’ultima iniziarono nel 1468 grazie all’iniziativa del vescovo di Recanati. Nicolò dell’Aste. La volontà era quella di proteggere la Santa Casa e accogliere la crescente folla di pellegrini. Come si può immaginare, la reliquia alimentò la crescita della città in maniera esponenziale: le mura vennero migliorate, coprendole di laterizio e aumentandone, visto che la città stava diventando sempre più gremita di pellegrini dotati di sontuose offerte da lasciare in onore della casa. Alla morte del vescovo Nicolò, giunta l’anno seguente, i lavori proseguirono per volontà del papa Paolo II, sempre con maggiore convinzione visto che in questo periodo il mare Adriatico era assalito dagli attacchi dei Turchi e dalle loro razzie. Fra i diversi attacchi turchi susseguitisi negli anni uno fra questi si risolse in un successo dei predoni: nel 1518 il sultano turco Selim I penetrò nel castello di Porto Recanati e a saccheggiarlo. Il terrore dovuto a questa vicenda spinse il papa Leone X a fortificare tutta la zona, compresa quella di Loreto. Sventata la minaccia dei turchi, la Casa del Santuario e la città di Loreto dovettero affrontare il problema napoleonico. Loreto fu infatti occupata dai soldati e oggetto di razzie e latrocini che presero di mira anche il Santuario. Sotto il fascismo la Madonna di Loreto venne proclamata protettrice degli aviatori e a Loreto si presentarono diversi visitatori, fra cui anche Benito Mussolini nel 1936.

Focus narrativi

La storia racconta che durante l’invasione ad opera dei Turchi della terra Santa, nel 1291, i crociati furono definitivamente espulsi dalla Palestina. A quel punto, gli angeli decisero di trasportare in volo la dimora della Vergine per evitare che venisse distrutta dalle mani degli empi invasori. La posarono a Tersatto, in Croazia, e ivi rimase per tre anni. Qui però non otteneva il trattamento consono a una reliquia di questo valore, non veniva adorata come meritava ed era continuamente preda di furti e insolenze. Gli angeli decisero allora di spostarla nuovamente, alla ricerca di un posto più consono. Attraversarono quindi il mare e giunsero nel territorio di Recanati, ponendola su un colle di proprietà di una donna chiamata Loreta. Da quella notte in poi, fra il 9 e il 10 dicembre del 1294, la Casa rimase su questo terreno che divenne meta di infiniti pellegrinaggi. Il racconto e la leggenda risalgono a una cronaca del 1465 e si incorniciano perfettamente nello sfondo storico di quel tempo: i rapporti fra le due sponde dell’Adriatico erano intensi visto l’attraversamento di navi che dall’attuale Dubrovnik portavano pellegrini a Venezia e ad Ancona per giungere nei luoghi Santi della penisola. L’ipotesi più accreditata, da un punto di vista storico e scientifico, è che l’abitazione sia giunta nelle Marche trasportata via nave in blocco per iniziativa della famiglia Angeli, in quel periodo regnante sull’Epiro. A sostenere questa tesi vi sono studi scientifici riguardanti i materiali della casa e documenti storici sulla famiglia Angeli. Si è anche quasi sicuri che l’edificio originario fosse costituito solo da tre muri: il quarto sarebbe stata la parete nuda di roccia. Fu per questo motivo che Giulio II fece costruire un rivestimento marmoreo realizzato su disegno del Bramante e oggi considerato uno dei più grandi capolavori di arte rinascimentale.

***

Come detto, la casa era costituita originariamente da tre pareti prive di soffitto e fondamenta, realizzate interamente in mattoni di terracotta. Il rivestimento marmoreo che la ricoprì per volere di papa Giulio II fu disegnato da Bramante e realizzato solo una decina di anni dopo ad opera di Andrea Sansovino e Antonio da Sangallo il Giovane. L’opera è composta da un basamento con ornamentazioni geometriche e da un alzato con colonne corinzie. Gli spazi riempiti dai rilievi sono volti a celebrare le Glorie della vita terrena della Madonna. Fra questi splende quello dell’Annunciazione che funge anche da pala d’altare. Nella decorazione della Santa Casa sono presenti anche cicli di sculture: nella parte più inferiore sono presenti statue di Profeti eseguite da Girolamo Lombardo e in quella superiore troviamo statue di sibille, di cui buona parte furono aggiunte dallo scultore Giovanni Battista della Porta. Per completare il rivestimento marmoreo della santa Casa ci vollero settant’anni di lavori ed enormi cifre in denaro, ma alla fine la decorazione rappresenta uno dei maggiori capolavori di scultura Cinquecentesca.

***

All’interno della Santa Casa è presente anche una statua della Vergine Maria, detta anche Vergine Lauretana. La caratteristica principale della statua è la sua colorazione nera, che ha fatto sì che venga chiamata ancora oggi La Madonna Nera. La sua colorazione scura è spiegata in due modi differenti, che in realtà non sono in netta contrapposizione fra loro. Da una parte, storicamente parlando, la tendenza antica a realizzare immagini di santi di questo tipo è accertata. Una statua raffigurante la Madonna colorata di nero, per altro, trova anche una spiegazione nei testi sacri. Nel Cantico dei Cantici dice “Bruna sono, ma bella” e più avanti “Non state a guardare che sono bruna perché mi ha abbronzata il Sole” e in questo caso il Sole è considerato come simbolo di Dio. L’altra spiegazione si rifà a cambiamenti di colore estetico dovuti al fumo delle lampade ad olio e delle candele o semplicemente a cambiamenti chimici di colori originari. La statua, comunque, venne rubata dalle truppe Napoleoniche e trasferita in Francia come oggetto delle spoliazioni dello Stato della Chiesa ed esposta in un museo francese. L’esilio fu, comunque, breve e la statua tornò in Italia dopo quattro anni. Negli anni ’20 divampò un incendio nel sacello che incenerì la scultura. Venne subito scolpita una nuova immagine simile alla precedente grazie all’uso di un legno di cedro del Libano. L’anno successivo il papa la incoronò nella Basilica di San Pietro e la fece trasportare a Loreto.

***

I primi reparti francesi arrivarono a Loreto quando ancora Napoleone stava puntando su Ancona e puntarono subito al ladrocinio di oro, argento, quadri, porcellane per puntare sulla Santa Casa. In questa situazione drammatica l’arcidiacono di Loreto, tale Ludovico Sensi, era un filofrancese e si presentò con la coccarda tricolore ottenendo in cambio il nominato di governatore generale della città. Sensi a quanto pare era addirittura disposto a radere al suolo la Santa Casa, essendosi presentato in Chiesa con i muratori pronti con scalpellini e materiali di lavoro. Fortunatamente per il patrimonio artistico mondiale, lo sdegno della popolazione fu tale da fermare questa folla iniziativa dovuta solo alla volontà di accontentare le truppe francesi. Di lì a poco il governatore Sensi sarebbe morto, ma non impedì la trafila di furti che ebbe luogo. All’arrivo di Napoleone, per altro, ci fu anche un tentativo di assassinio nei confronti del sovrano e conquistatore francese. napoleone, diretto a Tolentino, giunse a Loreto fermandosi a Porta Romana. Un notabile lo accolse, offrendogli le chiavi della città, ma su un bastione nelle vicinanze era presente un uomo armata di fucile che aprì il fuoco mirando a Napoleone. La carica, però, fece cilecca e l’attentatore fu preso e fucilato in Piazza dei Galli. Probabilmente anche per questo i soldati francesi fecero incetta di tutti i tesori presenti nella città e, nonostante il tesoro della Casa fosse già stato stipato in enormi botti da vino e trasportato a Roma per essere nascosto a Castel Sant’Angelo, i francesi riuscirono comunque a ottenere un’enorme quantità di oro, argento e beni preziosi.

***

Il fatto che la Casa della Madonna fosse arrivato da Nazareth all’antica Illiria e poi al territorio della futura Loreto in volo trasportata dagli angeli apparve perfetto per la scelta della Madonna di Loreto come patrono di chi nell’aria ci vive: l’aviazione. Già negli anni e secoli passati il volo era stato evocato più volte da poeti e pittori, immaginandolo come una moderna trasvolata. Dipinti di tale evento sono presenti a Forlì e a Venezia. Fu così che, poco prima della Prima Guerra Mondiale, la Società Aviatori e Aeronauti si era affidata alla protezione della Madonna di Loreto. All’inizio della Guerra la società fece ornare la propria bandiera con l’immagine della Vergine Lauretana. Nel 1915 le mura della Santa Casa furono dipinte all’interno delle carlinghe della XXV Squadriglia. Dopo la Grande guerra la Madonna venne proclamata Aeronautarum Patrona da Papa Benedetto XV. Ancora oggi la Madonna è patrona degli aviatori.

Spunti videoludici

Il santuario di Loreto presenta diverse potenzialità videoludiche. Già il contesto in cui si trova la Basilica è ottimo: la piazza e Loreto stessa, grazie anche alla visuale offerta dalla chiesa, rappresentano uno spettacolo scenico non da poco. L’ambientazione di uno scontro o di un pellegrinaggio in questo luogo avrebbe quindi una componente scenica spettacolare. Il fatto stesso che la Casa custodita all’interno della Basilica abbia attirato pellegrini per secoli permette di sfruttare il pellegrinaggio stesso come componente capace di creare dinamiche molto interattive: il protagonista del videogioco potrebbe ad esempio compiere un pellegrinaggio o comunque interagire coi pellegrini stessi. Potrebbe anche essere coinvolto nella manovra di spostamento della Casa da Nazareth verso l’Illiria o da qui verso Loreto, magari dopo aver combattuto contro i Mammelucchi. Sempre rimanendo sul punto di vista storico, le invasioni di pirati turchi o di invasori francesi lasciano aperte le porte a scontri e battaglie coinvolgenti, così come la posizione stessa di Loreto apre a scenari epici.

[Bibliografia]

– Santarelli giuseppe, La Santa Casa di Loreto, Edizioni lauretane, 2003;

[Sitografia]

Santuario Pontificio della Santa Casa
La Madonna di Loreto e la Casa arrivata in volo da Nazaret
Il Santuario di Loreto
Santuario di Loreto

Contact Listing Owner