Arena di Verona

Descrizione

L’Arena di Verona è un grande anfiteatro romano situato in piazza Brà, nel centro storico della città. Icona della città veneta, insieme alla storia di Romeo e Giulietta, è una delle costruzioni che caratterizzano l’architettura romana e uno degli anfiteatri giunto a noi col miglior grado di conservazione, grazie ai restauri eseguiti fin dal Cinquecento. All’interno dell’anfiteatro si svolgevano spettacoli di cui purtroppo si sa pochissimo. L’arena misura 75,68 m x 44,43, che in cifre romane sarebbero 250 piedi per 150. Si inserisce così all’ottavo posto di dimensione fra gli anfiteatri romani e al quarto fra quelli in Italia. In età romana, presumibilmente, teneva circa 30.000 posti. Al giorno d’oggi ospita spettacoli, opere di lirica e altri eventi, come la storica partita amichevole di pallavolo maschile fra Stati Uniti e Unione Sovietica al tramonto della Guerra fredda.

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Cenni storici

Non ci sono fonti scritti riguardanti l’inaugurazione dell’anfiteatro, il che rende molto difficile la sua datazione precisa. Gli storici sono arrivati alla conclusione che non può essere stato costruito oltre il I secolo d.C., probabilmente nella prima metà. Si è sicuri che al suo interno si svolgessero diversi tipi di giochi: lotte fra gladiatori, spettacoli di caccia, mentre non si è sicuri riguardo alle eventuali persecuzioni ed esecuzioni di cristiani. Nel periodo dei regni romano-barbarici vi furono probabilmente lavori di manutenzione all’epoca di Teodorico il Grande e sicuramente si organizzarono diversi spettacoli. Proprio al re, però, si deve il più grande danno nella storia dell’anfiteatro. Il re, infatti, demolì l’anello più esterno dell’Arena per riutilizzare il materiale ottenuto nella costruzione delle mura teodoriciane. Il piano di Teodorico non era solo quello di ottenere i materiali, ma anche di diminuire la mole dell’Arena, troppo pericolosa nel caso fosse conquistata durante un assedio. Oltre alla spoliazione di Teodorico, l’Arena fu soggetta a disastri naturali che inevitabilmente la colpirono nel corso della sua lunga storia: l’inondazione dell’Adige nel 589, il terremoto del 1116, quello dell’anno successivo, le disastrose invasioni degli Ungari che obbligarono i difensori a utilizzare l’Arena come fortezza. Come tutti gli edifici romani, anche l’Arena di Verona veniva considerata una sorta di cava a cielo aperto e venne sfruttata per ottenere materiali nuovi non solo da Teodorico. Nel 1278, poi, vennero arsi sul rogo 200 ertici patarini da Alberto I della Scala, lo stesso sovrano che due anni prima aveva sancito che le prostitute potevano abitare solo nell’Arena. Nel 1310, per altro, lo Scaligero sarebbe tornato sui suoi passi e chiudendo l’Arena e multando chi avesse rotto le porte o soddisfatto i suoi bisogni all’interno. In età moderna iniziò l’esaltazione dell’edificio, grazie alla cultura rinascimentale e nel Cinquecento si avviarono una serie di operazioni di riparazione e valorizzazione dell’edificio. Nel 1509 si tenne la pria giostra documentata all’interno dell’Arena. Anche Napoleone stanziò dei fondi per la riparazione del monumento, nel 1820 si decise lo sfratto delle abitazioni. Durante i conflitti mondiali riuscì a uscire indenne da bombardamenti, anche grazie ai contrafforti provvisori all’esterno e all’interno dell’Ala.

Focus narrativi

Una lettera di Plinio il Giovane al suo Massimo lascia comprendere che è stata offerta alla comunità veronese una venatio come onoranza funebre per la moglie. La venatio era uno spettacolo che implicava la caccia e l’uccisione di animali selvatici, bestie esotiche portate dai confini dell’Impero Romano. Tra gli animali sono apparsi leoni, tigri, leopardi, elefanti, orsi cervi e cammelli. A Verona sono state trovate anche iscrizioni funerarie di gladiatori morti combattendo nell’Arena. Una di queste ci riporta la storia di un secutor risultato vincitore otto volte prima di venire sconfitto. Il secutor era una categoria gladiatoria che tendenzialmente combatteva contro il retiarius, combattente che aveva un equipaggiamento simile a quello utilizzato da un pescatore, con una rete munita di pesi per avvolgere l’avversario, un tridente e un pugnale. l’obiettivo del secutor¸ in combattimento, era di accorciare le distanze dal nemico per colpirlo con la lama e impedirgli di affrontare il combattimento da una distanza media, da quest’ultimo privilegiata grazie al tridente, arma di buona portata. Secutor, d’altronde, sta per inseguitore. Le iscrizioni parlano comunque anche di altre storie: il reziario Generoso che morì nel suo letto riuscendo a sopravvivere a ben ventisette scontri, il ventitreenne Glauco, seppellito nella necropoli di San Zeno, ricordato dalla moglie Aurelia e dai tifosi con amore. Interessante la storia di Glauco perché nelle iscrizioni si intuisce che egli fece voto per la sua salvezza a Nemesi, una delle divinità più amate dai gladiatori, ma non ebbe fortuna. Avverte quindi di non fidarsi della divinità, perché la vita dei gladiatori dalla loro abilità, oltre che dai capricci della sorte. L’iscrizione fu creata grazie al contributo dei suoi tifosi.

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L’aspetto attuale del monumento è diverso rispetto all’originale soprattutto per la mancanza dell’anello esterno, la vera facciata monumentale. L’unico tratto rimasto in piedi della parte esterna è l’Ala, composta da quattro grandi archi. Le tre arcate verticali dell’Ala sono alte in ordine 7.10 m, 4.30 m e 4,50 m, questa disposizione era pensata per dare uno slancio verticale all’edificio. Le arcate della parete sono composte da pietra calcarea bianca rossa. L’interno è solitamente pensato come diviso in due parti: l’arena dove si combatteva e la cavea con le gradinate su cui si sedeva il pubblico. L’Arena in antichità era definita “labirinto” perché nelle sue gallerie ancora adesso è facilissimo perdersi. All’Arena si accedeva attraverso 64 apertura – vomitoria in latino – che permettevano alle diverse classi sociali del pubblico di non mischiarsi.

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I Patari erano gli esponenti di una corrente riformista all’interno della Chiesa Cattolica. Frati pauperisti con un programma di risanamento morale del clero. I problemi per loro giunsero quando venne nominato come vescovo di Verona il francesco fra’ Timidio, in precedenza inquisitore dell’eretica pravità. L’anno dopo venne organizzata, indetta e attuata una spedizione contro gli eretici Patari, stabilitisi in Sirmione sul Lago di Garda. Fu una spedizione militare vera e propria, un atto di conquista di Sirmione sotto l’egida dell’inquisitore fra’ Filippo e da Alberto della Scala. Vennero fatti prigionieri e condotti a Verona più di 160 Patari, sotto ordine di Mastino della Scala, allora podestà di Verona. Poco dopo Mastino stesso venne ucciso a tradimento e Alberto della Scala prese il potere. Una delle prime cose che fece fu sancire la pena di morte per i prigionieri. I Patari portati all’interno dell’Arena furono, secondo le cronache, circa duecento: non solo quindi quelli di Sirmione, ma anche altri eretici trovati nell’area veronese. Vennero tutti legati in gruppo al centro dell’Arena e arsi vivi. Fu il rogo più numeroso e brutale della storia d’Italia. Esecutore della strage fu il francescano fra’ Filippo Pinamonte. Lo sterminio di massa fruttò alla Signoria degli Scaligeri una grossa ricompensa: il papa Nicolò III con una bolla successiva si congratulava con Alberto della Scala per la cattura dei patarini e per l’esecuzione compiuta, inserendo il suo personale omaggio agli Scaligeri: il castello d’Illasi con tutti i territori annessi. Tralasciando l’inquietante – ma non sorprendente – allineamento del Sacro Pontefice alle pratiche di omicidio di massa, l’Arena di Verona non era nuova a pratiche simili. Già in epoca romana, oltre agli scontri fra gladiatori, si assisteva alle esecuzioni capitali dei cittadini romani di basso rango, gli humiliores. Le forme più comuni erano il rogo, la crocifissione, la damnatio ad bestias nella quale il condannato veniva divorato in arena dalle fiere.

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Anche per quello che riguarda l’Arena ci sono molte leggende riguardanti la sua origine. La più famosa risale ai tempi del Medioevo e riguarda un gentiluomo veronese accusato di un crimine cruento. Il nostro eroe venne condannato a morte e, pur di aver salva la vita, promise l’impossibile: in una sola notte avrebbe costruito un edificio così immenso da contenere tutti gli abitanti della città, all’interno del quale per altro sarebbe stato pure possibile svolgere degli spettacoli. L’unica cosa che gli era rimasta da fare per avere salva la vita era chiamare in causa il demonio, vendendogli eventualmente l’anima. quest’ultimo si mise al lavoro ma durante i lavori il gentiluomo si pentì della promessa che gli aveva fatto e pregò la Madonna tutta la notte, ottenendo la grazia. Il sole, infatti, quella mattina sorse due prima e i diavoli furono costretti a sprofondare tutti sottoterra, lasciando la costruzione a buon punto ma non completa. Il gentiluomo, in ogni caso, riuscì a salvare l’anima e la vita. Un’altra leggenda si rifà sempre al diavolo, attribuendogli tutto il lavoro vista l’enorme mole dell’edificio. Evidentemente gli ideatori di questa leggenda non conoscevano bene le capacità dei romani. Per molto tempo, infine, si pensò che la costruzione appartenesse a Teodorico, visto che tenne diversi spettacoli al suo interno.

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L’idea di valorizzare, onorare e custodire certi edifici architettonici per noi importantissimi non è una costante nella mentalità dell’essere umano, almeno da un punto di vista storico. L’Arena, così come tantissimi altri monumenti incredibili risalenti all’età romana, come già detto fu per molto tempo utilizzata come una cava a cielo aperto. Non solo, per molti era un’abitazione, per altri un luogo dove dare sfogo a impulsi sessuali o corporali, per altri un luogo perfetto per compiere delitti. A partire dall’età medievale, con progressi graduali, il comune o l’ente che governava la città di Verona si prodigò nella creazione di statuti e regole per gestire al meglio il patrimonio dell’Arena. Come detto, inizialmente in epoca scaligera prima si stabilì che le prostitute potevano abitare esclusivamente nell’Arena, poi qualche anno dopo fu ordinato di tenere chiuso l’anfiteatro e multare chi avesse rotto le porte. In realtà le due leggi non sono in aperta contraddizione fra loro: fino all’Ottocento l’edificio veniva distinto in due parti: gli arcovoli e la cavea, i primi chiusi e i secondi aperti. In età rinascimentale si stabilì che l’Arena fosse un edificio memorabile per cui da tenere pulito e custodito. Vennero allontanate le prostitute e gli arcovoli affittati a partigiani e commercianti. Nel XIX secolo si istituì la Deputazione all’Ornato pubblico che aveva fra i suoi compiti la conservazione dell’Arena. Qualche anno dopo venne deciso lo sfratto dall’Arena delle abitazioni. I trentasei affittuari fecero forte resistenza ma alla fine si riuscì a compiere il primo passo verso il totale restauro dell’edificio.

Spunti videoludici

L’Arena di Verona rappresenta uno dei luoghi più importanti e significativi della città di Verona, la quale vanta una storia plurisecolare e di grande importanza nel panorama italiano. L’Arena può essere sfruttata, in un videogioco ambientato in epoca romana, per rappresentare eventi ludici. Ma il potenziale dell’Arena non finisce qui, in quanto anche in epoca medievale l’edificio rimaneva uno dei più importanti della città: si possono mettere in scena rapporti fra gli abitanti dell’Arena o i lavoratori al suo interno, sfruttando quell’occupazione abusiva che l’ha contraddistinta per secoli. Altrimenti, sempre sfruttando episodi storici, ambientare delle esecuzioni capitali. Da un punto di vista scenico, oltretutto, l’Arena è uno spettacolo visivo che, messo nel contesto della città di Verona, risplende. Perché non immaginare per esempio rhythm game che valorizzino uno spazio già ampiamente utilizzato nell’ambito degli eventi musicali?

[Bibliografia]

– Spalviero Franco, Airch Diego, L’arena di Verona: duemila anni di storia e spettacolo, Verona, Accademia di Belle arti G.B., Cignaroli, 2002;

[Sitografia]

Arena di Verona
La memoria rimossa di una strage
L’arena di Verona: dai gladiatori ai tenori passando per Buffalo Bill

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