Archiginnasio

Descrizione

Il palazzo dell’Archiginnasio è uno degli edifici storici più importanti della città di Bologna, inizialmente sede dell’Università, ospita oggi la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio. Sull’esterno presenta un lungo portico con 30 arcate, mentre all’interno si sviluppa su due piani attorno ad un cortile. Due ampi scaloni conducono al piano superiore dove si trovano 10 aule scolastiche, diventate oggi i depositi della biblioteca. Vi sono poi due Aule Magne: una ideata per gli artisti e oggi Sala di lettura della Biblioteca, e l’altra per i Legisti, detta Sala dello Stabat Mater. Parte dell’edificio, soprattutto pareti e volte, è decorato con iscrizioni e monumenti celebrativi dei maestri dello Studio e da migliaia di stemmi e nomi di studenti.

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Cenni storici

L’Archiginnasio sorse nel 1563 su volere del cardinale Carlo Borromeo, legato pontificio di Bologna, e su progetto dall’architetto bolognese Antonio Morandi detto Terribilia. Con questo palazzo si voleva dare una sede unitaria all’Università, unendo sotto lo stesso tetto le scuole dei Giuristi (diritto civile e canonico) e degli Artisti (filosofia, medicina, matematica, scienze naturali e fisiche), site prima in diversi luoghi della città. La funzione universitaria dello stabile terminò nel 1803, quando fu riconvertito in scuola elementare fino al 1838, quando venne definitivamente trasformato in biblioteca.

Focus narrativi

Fulcro dell’edificio è il suo cortile interno considerato quasi un’altra aula, al pari delle sale interne. Nel cortile infatti si tenevano spesso cerimonie o eventi legati allo studio. Una di queste era la cerimonia per la preparazione della Teriaca, un farmaco “miracoloso” e di origine antichissima che a Bologna venne sviluppato migliorando e personalizzando la ricetta originale. Questo si otteneva dalla combinazione di oltre cinquanta elementi ed era una panacea contro tutti i mali, compresi i morsi di animali velenosi.

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I due scaloni attraverso i quali si accede al piano superiore seguono la suddivisione propria dell’Archiginnasio al momento della sua fondazione. Lo scalone di sinistra è quello degli Artisti, ornato con decorazioni finte, putti e figure allegoriche, esempio della pittura a finta architettura scenografica che in quegli anni si diffuse nella città. Lo scalone di destra è quello dei Legisti e rappresenta come figure femminili la Fede, la Speranza, la Carità e la Temperanza.

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L’archiginnasio conserva il più grande complesso araldico murale esistente. In tutto l’edificio è, infatti, possibile imbattersi in più di 6.000 stemmi di famiglie di studenti che qui studiarono. Sulle pareti trovano spazio anche motti e monumenti celebrativi alla memoria dei maestri. Questi servivano sia ad incitare all’elevazione morale e intellettuale, sia a rafforzare l’autorità e il potere dell’istituzione, enfatizzando la storia e il prestigio dell’accademia.

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Tra le sale più importanti dell’edificio vi è il Teatro Anatomico, così denominato perché costruito ricalcando la forma tipica di un anfiteatro. Tutta costruita in legno di abete, la sala ospita una serie di statue che raffigurano i più famosi anatomisti bolognesi e i medici più celebri della storia. Tra di loro, non soltanto i capostipiti della scienza Ippocrate e Galeno, ma anche Gaspare Tagliacozzi, rappresentato mentre regge un naso: egli fu infatti precursore della rinoplastica, ideando una tecnica per ricostruire nasi e orecchie prelevando la pelle dalle braccia. A fiancheggiare la cattedra del lettore vi sono poi le due statue dette degli “Spellati”, uomini nudi e senza pelle; mentre sopra il baldacchino si erge l’Anatomia, una donna seduta che riceve un femore (e non un fiore) da un putto.

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Il soffitto a cassettoni del teatro Anatomico riflette la concezione per cui la vita biologica dell’uomo è in rapporto con il cosmo e la natura. Al centro della decorazione spicca Apollo, protettore della medicina, circondato delle raffigurazioni delle quattordici costellazioni. L’astrologia infatti ebbe un grande influsso sulla medicina, sin dai tempi della conquista della Spagna da parte degli arabi: le costellazioni venivano interrogate prima di somministrare i farmaci e ogni parte del corpo era posta sotto la tutela di un segno zodiacale.

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La Sala dello Stabat Mater è così chiamata perché la prima esecuzione dell’opera omonima di Gioacchino Rossini si tenne proprio qui il 18 marzo 1842 sotto la supervisione di Gaetano Donizetti. Rossini indisse per quella sera una raccolta fondi per musicisti bolognesi che versavano in miseria.

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Tra il ’94 e il ’95 l’Archiginnasio, insieme a Piazza Santo Stefano e al chiostro dei Benedettini fu scenario di tre storie della serie a fumetti Martin Mystère: Oltre le mura, La storia delle vipere e La cripta dell’incubo.

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Il cancello all’entrata dello stabile fu trasferito nel 1802 dalla chiesa di San Michele in Bosco.

Spunti videoludici

Un edificio votato alla scienza e alla medicina capace di elevare l’uomo fino a diventare quasi una divinità. L’Archiginnasio sembra la cornice perfetta per sviluppare un action adventure i cui personaggi inseguono il sogno di una medicina capace di curare ogni male a un prezzo che però risulta troppo alto per qualsiasi uomo. Interessante valutare inoltre anche la prospettiva di un puzzle game in cui ricostruire gli stemmi che compaiono sulle mura dell’edificio, oppure unire il nome della famiglia al rispettivo simbolo del casato. Magari un codice QR da inquadrare con lo smartphone potrebbe far divertire i più piccoli scomponendo il soffitto a cassettoni del teatro anatomico e spingendo i giocatori a ricostruirlo osservando l’originale. La storia della Teriaca infine potrebbe ispirare un applicazione o un minigame in cui mixare insieme più sostanze fino ad ottenere la fantomatica medicina.

[Sitografia]

Archiginnasio
Bologna Today
Storia e memoria di Bologna

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