Aquileia

Aquileia

Descrizione

Il comune friulano vanta un passato di grande valore, essendo stato un importante porto dell’Adriatico verso cui confluivano diversi flussi commerciali, nonché roccaforte strategica a partire dall’età repubblicana (da avamposto di Cesare fino alla massima espansione sotto Massimiano, che rese la città vero e proprio centro dell’Impero, assieme a Mediolanum).

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Cenni storici

Aquileia venne fondata nel 181 a.C. come avamposto romano per arginare le popolazioni dell’est del continente, ma successivamente assunse rilievo come città vera e propria, avente grande prestigio e diversi luoghi caratteristici dell’urbanistica romana: tra questi la piazza forense, luogo centrale della vita pubblica; il porto fluviale, autentica fortuna della città, con un ruolo primario nella sua rinascita nei primi secoli dopo Cristo; l’anfiteatro che, come confermato a seguito dei recenti scavi, è stato paragonato per grandezza e funzioni all’Arena di Verona; la maestosa domus di Tito Macro e quella del fondo Cal; infine il sepolcreto, le mura repubblicane, la basilica civile e il circo.

Cesare ne fece suo quartier generale per fronteggiare le tribù daciche dell’est Europa, ma l’epoca di maggior splendore fu certamente quella sotto l’imperatore Massimiano, nel 300 d.C.: egli ne fece sua residenza, facendovi edificare diversi edifici imponenti.
Il declino di Aquileia (e dell’Impero Romano) cominciò nel 401 d.C con l’incursione del re dei Visigoti, Alarico. Tuttavia, il vero declino della città avvenne definitivamente con l’invasione e la distruzione da parte di Attila nel 452 d.C., quando lo stesso capo unno gettò il sale sulle rovine, uccise gli abitanti o li fece prigionieri.

Durante il medioevo la città ricomincerà ad avere una posizione di rilievo nella regione, poiché divenne Stato Patriarcale ed ebbe il controllo del feudo del Friuli, con una discreta estensione territoriale fino al 1420, anno in cui venne annessa alla Repubblica di Venezia.

Focus narrativi

Esistono diverse leggende legate soprattutto all’episodio del Sacco di Aquileia ad opera di Attila e dei suoi Unni: si dice per esempio che il colle del Castello di Udine sia stato costruito dai soldati di Attila, cui fu ordinato di trasportare con i propri elmi la terra necessaria: in questo modo il comandante degli Unni avrebbe potuto godere di una posizione privilegiata per fare da spettatore all’assedio di Aquileia.

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Gli abitanti di Aquileia, terrorizzati dall’arrivo di Attila, nascosero tutte le loro ricchezze in un profondo pozzo scavato per l’occasione e lo riempirono di terra. Nessuno lo ritrovò mai, fino a quando, nei primi anni del 1900 venne ritrovato un contratto di vendita che riguardava proprio un pozzo e che rivendicava l’esclusiva proprietà del suo contenuto, qualora fosse stato ritrovato. Tuttavia la localizzazione rimane un mistero. Tale pozzo è chiamato “puteum aureum” o “pozzo d’oro”. La leggenda del pozzo è rimasta talmente in profondità nell’immaginario popolare che, fino alla Seconda guerra mondiale, nei contratti di vendita dei terreni veniva inserita una clausola, la cosiddetta ius putei: nel caso in cui si fosse scavato in un terreno e si fosse trovato il famoso tesoro dell’epoca del Sacco, questo sarebbe spettato al proprietario del terreno.

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Una leggenda fa riferimento a un tentativo di fuga andato a buon fine da parte degli abitanti di Aquileia. Alcuni di essi avevano visto una cicogna fuggire via dalle mura della città con i suoi pulcini. Interpretandolo come un cattivo presagio e già a conoscenza della pessima fama di Attila riguardo a compassione e gentilezza, decisero di organizzare uno stratagemma per fuggire dalla città senza farsi notare dalle truppe nemiche. Quindi misero dei fantocci a difesa delle mura e, una notte, fuggirono coperti di fuliggine dal porto fluviale. Sembra che Attila, una volta scoperti i fantocci sulle mura e l’inganno degli aquileiesi, decise di scatenare la sua ira sulla città, devastandola completamente.

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Attila fu un vero e proprio fiume in piena contro le città del nord Italia: distrusse, tra le altre, Padova, Brescia, Vicenza, Verona, Mediolanum e le città dell’Emilia. Presso il fiume Mincio, Attila si incontrò con Papa Leone I, che si era lì recato nell’estremo tentativo di impedire al comandante Unno di dirigersi verso Roma. In qualche modo la terribile avanzata si fermò. Si racconta che Attila venisse scoraggiato dall’apparizione di San Pietro. Ma una versione ancora più fantasiosa fa riferimento all’immagine che ci è stata tramandata del comandante degli Unni, temibile e crudele, ma profondamente superstizioso: egli temeva di fare la stessa fine di Alarico, morto qualche mese dopo aver saccheggiato la città eterna. Attila pensava quindi che profanare Roma comportasse una maledizione.

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Secondo alcuni, il pozzo d’oro avrebbe custodito niente meno che il Sacro Graal. Questa leggenda si fa risalire al fatto che Giuseppe d’Arimatea si fosse trasferito ad Aquileia tra il 34 e il 41 d.C. Si diceva che egli portasse con sé una coppa in cui aveva raccolto il sangue di Cristo. Che i patriarchi di Aquileia abbiano custodito gelosamente questo segreto per tutto il Medioevo?
Esiste una leggenda che riguarda la nascita della città nel 181 a.C. ad opera dei Romani. Questa racconta che, all’atto della fondazione, un’aquila sorvolasse il luogo facendo diversi cerchi nel cielo. Da qui il nome “Aquileia”, che richiama in maniera evidente il volo dell’uccello, preso come buon auspicio.

Spunti videoludici

Il glorioso passato romano della città consente l’ambientazione di uno strategico in tempo reale o a turni. Un’app per riscoprire in digitale l’Aquileia di epoca romana è stata creata con diversi punti di interesse, Antica Aquileia 3D, dimostrando come il patrimonio archeologico ben si presti a intenti educational.

Inoltre l’ampia gamma di leggende legate all’arrivo di Attila potrebbero essere un ottimo materiale di spunti videoludici per una visual novel o un gdr. Il successo di opere come Il Codice da Vinci dimostrano l’efficacia e il fascino di racconti legati al Sacro Graal.

[Bibliografia]
Giovanni Brusin, Aquileia : guida storica e artistica, La panarie, Udine, 1929
Giuseppe Bovini, Le antichità cristiane di Aquileia, Pàtron, Bologna, 1972

[Sitografia]
CIRF Friuli

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