Abbazia di Thélema

Descrizione

Ispirato al monastero di fantasia chiamato “Abbazia di Thélema”, citato nel romanzo Gargantua e Pantagruel del 1534 con attribuito il motto “Fai ciò che vuoi”, questo controverso luogo di culto venne fondato negli anni ’20 da Aleister Crowley, in un casolare di campagna presso la contrada di Santa Barbara, non molto distante dalla Rocca di Cefalù. Per circa tre anni, fino alla sua espulsione dall’Italia voluta dal governo fascista, Crowley praticò ciò che circa quindici anni prima aveva redatto nel suo Libro della Legge, dettatogli da una figura apparsa in una visione, mentre si trovava in Egitto con la moglie. La Villa, dopo il 1924, conobbe un periodo di abbandono in cui gli affreschi del “mago” vennero irrimediabilmente rovinati e ricoperti di graffiti; tuttavia, è ancora possibile vederne dei frammenti, in alcuni dei quali si leggono versi provenienti dalle sue stesse opere in versi.

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Cenni storici

Nel 1920, Edward Alexander Crowley (“Aleister” dal 1895) si trasferì a Cefalù con i figli e alcune donne, tra cui l’attrice Jane Wolfe, per fondare quello che doveva essere il centro di irradiazione del suo culto, la religione-non religione Thelema. Scelta la località dietro consultazione dell’I-Ching, Crowley affittò un casolare dal Barone Carlo La Calce, e lui e i suoi seguaci acquistarono in loco il materiale per arredarlo. L’Abbazia rappresentava una sorta di anticipazione di quelle che sarebbero state in seguito le comunità autogestite degli anni Sessanta: vi si esploravano pratiche meditative di diverso tipo, esperienze indotte da sostanze stupefacenti, sessualità libertina e rituali provenienti da varie culture. Nel 1922, presso l’Abbazia si trasferì una giovane coppia formata dalla modella Betty May e da suo marito, l’universitario ventiduenne Raoul Loveday. Egli era cagionevole di salute, e il precario stile di vita nell’afosa contrada non fece che peggiorare le cose, fino alla sua morte l’anno dopo. La moglie condannò Crowley, accusandolo di aver coinvolto il marito in un rituale culminante nell’assunzione di sangue felino, ma il “maestro” smentì sempre tale accusa. Gli scandali si accumulavano, e Cefalù rispose in modi diversi alla convivenza con lo strano gruppo: viste le numerose segnalazioni di atti osceni, non fu sufficiente la petizione di chi trovava superfluo e ingiusto espellere il “diavolo” da Cefalù: nel 1923 Crowley lasciò l’Italia, rifugiandosi a Tunisi. Le donne rimaste vendettero l’arredamento, tornarono nei loro paesi d’origine, e l’Abbazia venne definitivamente abbandonata.

Focus narrativi

Il racconto cinquecentesco al quale l’Abbazia si riferisce, è il secondo di una serie di cinque romanzi scritti dal francese François Rabelais, nei primi due della quale si firmava con lo pseudonimo (e anagramma del proprio nome) Alcofribas Nasier. Questi narravano della vita di due giganti, padre e figlio: Gargantua e Pantagruel. I romanzi, a detta dell’autore “pieni di pantagruelismo”, attaccano con ironia e umorismo l’educazione medievale, nonché le figure dei principali depositari della conoscenza, quali filosofi, teologi, astrologi, sacerdotesse e medici. Ad esse l’autore oppone i due giganti, che vivono ridendo, mangiando e bevendo, senza limitare le proprie esistenze con dogmatismo di stampo medievale, né cercando di sopprimere ingenuamente i propri istinti. Rabelais fa sarcasmo stereotipando politici e religiosi, in particolare un cattolico e un protestante, e ripone nell’utopica “Abbazia di Thélema” un ideale umanista di essere umano libero da dogmi e regole, in quanto naturalmente buono.

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Le pratiche e le cerimonie eseguite fra i muri dell’Abbazia, in particolare nella sala centrale sul cui pavimento era stato inscritto un simbolo esoterico, avevano come guida la legge di Thélema, elaborata da Crowley a partire dal suo soggiorno in Egitto. Il nome deriva dal termine greco che, in particolare nella versione greca della Bibbia, indica la “Volontà”, ed ha come simbolo un esagramma dalle punte verticali maggiori rispetto alle laterali, con un fiore al centro. La prima legge dei thelemìti, trascritta da Crowley sotto indicazione dell’apparizione Aiwass, è “Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge. L’amore è la legge, amore sotto la volontà”. Thelema include riferimenti a divinità adattate dai culti Egizi, insegnamenti della Cabala ebraica, Yoga, rituali con utilizzo di simbologie pagane e gnostiche, magia sessuale. Tutta la sapienza prodotta dall’esoterista è raccolta nei cosiddetti Sacri Libri di Thelema.

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Aleister Crowley, fondatore dell’Abbazia e ideatore di Thelema, nacque nel 1875 da una benestante famiglia inglese. I suoi genitori erano Fratelli di Plymouth, un movimento religioso cristiano evangelista e fondamentalista, ed egli rifiutò totalmente questa dottrina, interessandosi invece all’esoterismo occidentale. Durante la sua gioventù praticò alpinismo e studiò a fondo la poesia, scrivendo e pubblicando diverse opere personali. Nel 1898 entrò nell’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata, la cosiddetta Golden Dawn, una società segreta in cui imparò alcuni tipi di magia cerimoniale, e da cui si distaccò successivamente, autoproclamandosi “Magus” (adepto di massimo grado) e affermando di essere in contatto con Aiwass: era questa l’entità che gli avrebbe dettato, durante il viaggio di nozze, il cosiddetto Libro della Legge, il testo alla base della sua nuova religione, la quale traeva molti concetti e rituali dall’esperienza della Golden Dawn.

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Il soggiorno a Cefalù del gruppo di confratelli, additati da molti come “i satanisti”, ispirò vari libri ad autori che vollero ricostruire e/o romanzare il periodo. È il caso di Alessandro Dell’Aira, che nel 2016 pubblicò Ogni donna è una stella. Jane Wolfe e Aleister Crowley a Cefalù, ricostruzione ottenuta in particolare incrociando i diari lasciati dal mago e dall’attrice. Per quanto riguarda i romanzi, tra i più notabili si hanno il racconto Apocrifi sul caso Crowley di Leonardo Sciascia, che ispirò un film omonimo; il Premio Strega Nottetempo, casa per casa di Vincenzo Consolo; La maledizione dell’abbazia di Thelema, pubblicato lo stesso anno del libro di Dell’Aira, da Accursio Soldano.

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L’abbandono dell’edificio ne ha causato una drastica degradazione, che tuttavia non ha scoraggiato viaggiatori da tutto il mondo a considerarla una meta degna di una tappa dedicata. Negli anni si sono succedute iniziative volte alla protezione e alla rivalutazione dell’ex-Abbazia, con l’obiettivo di farne un museo crowleyano: dalla sua collocazione tra i beni di “importante interesse artistico” negli anni Novanta, da parte dell’Assessorato ai Beni Culturali della regione Sicilia, al convegno “Un mago a Cefalù. Aleister Crowley e il suo soggiorno in Sicilia” con partecipazione internazionale, in cui è stata sottolineata l’importanza storica e turistica della località; nel 2016 è stata ripulita l’area circostante dalla vegetazione, e transennato il perimetro al fine di proteggerla da incursioni. Ad oggi gli affreschi, in parte coperti dalle autorità fasciste in quanto ritenuti osceni, necessitano di un restauro, e lo stesso vale per ciò che resta del tetto, a rischio di crollo. Da alcuni anni l’Abbazia possiede una propria scheda sul sito del Fondo Ambiente Italiano, in attesa di ricevere partecipazioni per effettuare ulteriori e significativi interventi.

Spunti videoludici

L’eco delle vicende accadute tra le mura dell’Abbazia continua a risuonare in quello che ora resta un rudere, circondato di mistero e avvolto nelle esagerazioni dei miti popolari: tutto ciò, unito al fascino inquietante di Crowley e della sua dottrina esoterica, costituisce un ottimo mix per un’avventura tra il thriller e l’horror psicologico, senza dimenticare la possibilità di ispirarsi ad un’estetica psichedelica, evocata dal massivo utilizzo di droghe e psicoattivi che presso Villa Santa Barbara non conosceva limiti. Da non escludere un’ibridazione di generi, come potrebbe essere un’ avventura testuale con elementi grafici e – soprattutto – sonori alla stregua di Stories Untold, che consentano al giocatore di respirare l’oscurità dell’Abbazia, sospeso tra l’incanto e l’autosuggestione.

[Bibliografia]

– Zoccatelli, P. (a cura di), Aleister Crowley: Un Mago a Cefalù, Roma, Edizioni Mediterranee, 1998;

[Sitografia]

Fondo Ambiente Italiano
La Repubblica
Turismo.it

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