Abbazia di San Fruttuoso

Descrizione

Posta in un’insenatura lungo la costa frastagliata ligure, troviamo un’abbazia con una storia antica, l’Abbazia di San Fruttuoso. La leggenda narra che nell’VIII secolo Prospero, vescovo di Tarragona, stesse fuggendo dall’invasione araba in Spagna, quando si rifugiò in questa baia per erigere una chiesa sulla sorgente di acqua perenne che sgorga in questo luogo e che tuttora è presente. Ed è proprio in questa chiesa che Prospero protesse le reliquie del santo. Nel corso dei secoli l’abbazia venne ricostruita più volte, per mano dei vari possessori, tra cui i monaci benedettini e la famiglia Doria, che ebbe il possesso del complesso dal XIV/XV secolo fino al 1983 quando lo donò al FAI. Questa particolare chiesa non è raggiunta da nessuna strada, infatti è possibile arrivarci solo a piedi, attraverso due sentieri panoramici, oppure via mare.

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Cenni storici

A partire dall’VIII secolo si hanno i primi ritrovamenti di quella che ora è la “chiesa vecchia”. A metà del IX secolo ci fu la prima costruzione dell’abbazia per come la conosciamo noi; poco dopo nel X secolo Adelaide di Borgogna la fece ricostruire. Successivamente passò in mano ai monaci benedettini che nel XII secolo la ingrandirono aggiungendo un piano. Sempre sotto la custodia dei monaci la chiesa venne ampliata ulteriormente, con l’aggiunta di un corpo edilizio con un loggiato verso il mare, tutto ciò grazie alla famiglia Doria che in cambio chiese un sepolcro per la propria famiglia all’interno dell’abbazia. Da qui in poi la famiglia Doria avrà il possesso dell’intero complesso. Vi furono altri lavori nel corso dei secoli successivi, quali la ricostruzione del chiostro superiore e la costruzione di un torrione di avvistamento.

Focus narrativi

Vi è un’altra leggenda sulla prima costruzione della chiesa, secondo la quale Fruttuoso si mostrò ai suoi discepoli dicendo che dovevano intraprendere un viaggio per portare le sue reliquie e quelle di Augurio ed Eulogio in un luogo non precisato oltremare.Così due di essi, Giustino e Procopio intrapresero questo viaggio. Dopo due giorni vagando senza meta un angelo apparve in sogno a Giustino, indicandogli la via, gli disse anche che lì avrebbero trovato un drago che si era impadronito della baia, ma ci avrebbe pensato lui stesso, loro avrebbero solo dovuto trovare poi la grotta con la fonte d’acqua e costruirvi la chiesa in cui conservare le reliquie. I due aspettarono fino a quando l’angelo sconfisse il drago, per poi trovare la grotta e iniziare la costruzione della chiesa.

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L’abbazia oltre ad aver avuto più proprietari, nel corso degli ultimi anni ha ricevuto anche molti lavori di restauro. Da quando è stata donata al FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) sono partiti i lavori di restauro che tuttoggi continuano per riportare questa chiesa alla bellezza originaria. Basti pensare che nel 1915, con la grande alluvione che si scatenò sulla Liguria, nella chiesa crollò la prima campata. Il FAI ha realizzato un museo all’interno del complesso che permette a chi lo visita di scoprire la storia e lo splendore di questo luogo.

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Uno dei tanti lavori effettuati grazie alla famiglia Doria fu la ricostruzione del chiostro, precedentemente costruito nel XII secolo, nel XVI secolo per volere di Andrea Doria. Ed è proprio sotto questo chiostro che troviamo il sepolcro della famiglia Doria, concesso dai monaci benedettini. All’interno vi sono sette sepolcri nobiliari dei componenti dei Doria morti tra il 1275 e il 1305: questi sono composti di marmo bianco e pietra grigia, tipici liguri. Oltre a loro vi sono altri due sepolcri e un sarcofago romano di cui non si conoscono le identità.

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Una parte dell’abbazia, la Torre, fu fatta costruire nel 1562 in onore di Andrea Doria dai suoi eredi. Papa Giulio III diede il proprio benestare a patto che il borgo e la sorgente rimanessero protette. La torre fu eretta e servì per avvistare eventuali incursioni da parte dei nemici: era dotata sia di artiglieria pesante che leggera; furono spesi 2687 scudi d’oro per armarla. Su due facciate troviamo ancora oggi lo stemma della famiglia Doria, un’aquila imperiale. Nel XVII secolo il tetto fu ricostruito, mentre ad oggi è ancora abitato da una famiglia discendente dagli antichi coloni.

Spunti videoludici

Questo luogo è ricco di storia e magia, a partire dal drago che si era impossessato della baia uccidendo chiunque osasse avvicinarsi. La particolare costruzione, accessibile solo a piedi, si trova ai piedi di una montagna ed è proprio in mezzo a tutto il verde della natura che mostra tutta la propria bellezza. Il fatto che sia accessibile solo in pochi modi la rende una fortezza quasi inespugnabile, ottimo ambiente per un gioco basato sulla difesa del “castello”. Si può anche sfruttare la sua appartenenza ai monaci benedettini, per una storia più particolare su qualche sorta di monaci alchimisti alla ricerca di qualcosa di misterioso. Oppure dei credenti che cercano di proteggere il loro credo durante un’invasione straniera. Gli spunti sono molti, basta saperli mescolare, magari per creare qualcosa all’insegna della storia o della magia.

[Sitografia]

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