Casa Machiavelli - foto di Sailko, licenza CC-BY-3.0 da Wikimedia Commons

Casa Machiavelli

Descrizione

Casa Machiavelli, più comunemente detta “l’Albergaccio”, fu la dimora di Niccolò Machiavelli durante il suo esilio da Firenze, a partire dal 1512. La casa è situata in località Sant’Andrea in Percussina, nel comune di San Casciano in Val di Pesa.

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Cenni storici

La casa di S. Andrea in Percussina apparteneva alla famiglia del letterato fiorentino. La fattoria e l’annessa osteria dell’Albergaccio vengono descritte da Machiavelli nella famosa lettera datata 10 dicembre 1513 all’amico Francesco Vettori. In essa lo scrittore racconta la sua giornata tipo, che trascorre tra le occupazioni diurne legate alla gestione della proprietà e il gioco d’azzardo con gli amici in osteria la sera.

Le ore della notte vengono invece dedicate allo studio e alle letture: è proprio nelle stanze dell’Albergaccio che Machiavelli comporrà la sua opera maggiore, il De Principatibus.

La casa nel tempo passò agli eredi fino alla ricca famiglia dei fiorentini Serristori. Oggi l’edificio appartiene al Gruppo Italiano Vini ed è possibile visitare gli ambienti della villa, le cantine e, attraverso un passaggio sotterraneo, entrare nell’hosteria descritta dallo stesso Machiavelli.

Focus narrativi

Le giornate dell’autore scorrono in maniera ciclica. Durante il giorno svolge mansioni di poco conto, si reca nel proprio bosco, dove passa il tempo controllando l’operato dei taglialegna. Passa il pomeriggio in osteria a giocare a carte per guadagnare qualche soldo. Incontra le persone più disparate e ne studia i modi per arricchire la sua visione della realtà.

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Attraverso il gioco d’azzardo («con questi io m’ingaglioffo per tutto dì giuocando a cricca, a trich-trach») Machiavelli effettua una riproduzione in scala ridotta degli schemi politici dell’epoca. Tramite strategie e modi di fare non del tutto corretti cerca un tornaconto personale. La differenza sostanziale rispetto al vero ambiente politico riguarda la levatura degli avversari, definiti dall’autore come dei parassiti, non degni della sua intelligenza politica.

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La sera, rielaborando le esperienze del giorno e rivolgendo l’attenzione ai propri studi delle opere classiche, getta le basi per la propria opera politica, in una sorta di rituale che lo vede “spogliarsi” degli abiti mondani, per indossare quelli nobili, adatti a una lettura colta e umanistica.

Spunti videoludici

Il periodo trascorso all’Albergaccio racchiude la storia di un riscatto sociale e personale, al quale Machiavelli non poteva sottrarsi. Il reiterarsi dei giorni, il ciclo d’azioni che l’autore compie giorno e notte, costituiscono uno spunto interessante di riflessione e approfondimento anche in chiave videoludica. Machiavelli effettua una vera e propria gestione delle risorse a sua disposizione, sia materiali che culturali, le amplia e attraverso la routine giorno dopo giorno farà nascere la sua opera più famosa: il Principe.

[Bibliografia]
Niccolò Machiavelli, Lettera a Francesco Vettori in Opere, a cura di Mario Bonfantini, R. Ricciardi Editore, Milano-Napoli 2006.

[Sitografia]
Lettera XI a Francesco Vettori su Wikipedia
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